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Lettere di una gentildonna fiorentina del secolo xv ai figliuoli esuli Frontmatter and Commentary Edited by Cesare Guasti Firenze: G. C. Sansoni, 1877 LETTERA TERZA: ANNOTAZIONI |
ANNOTAZIONE A
[p. 50] Quest'Agnolo di Papi lavorava le terre di madonna Alessandra a Quaracchi. Conforme a quanto scrive la nostra Madonna è la seguente lettera di Marco Parenti. =Al nome di Dio. A dì XI di luglio 1449. Col nome di Dio domattina Matteo debbe essere in punto a partire di qui con Soldo: che Iddio dia loro buono viaggio, e conducagli a salvamento. Non mi pare che. a me s'appartenga raccomandartelo, considerato che più attiene a te che a me. Ma bene mi pare doverti ricordare quanto intendo circa l'utile suo e l'onor tuo; chè per aventura meglio per al presente conosco di sua condizione che non debbi fare tu, tanto tempo è che nol vedesti, che appena lo dovrai riconoscere.
[p. 51] La Caterina credo sarà grossa, e per sua parte saluta, e molto ti raccomanda Matteo. Non veggo per questa averti altro a dire. Cristo ti guardi. A' piaceri tuoi, Marco di Parente Parenti, in Camerata presso a Firenze. Siamo a' dì XII, e in questo punto tutti e vostri parenti hanno fatto capo a mona Allessandra, e al tutto non vogliono Matteo venga ora, pel pericolo porta, su per gli alberghi, della moria ch'è per ogni paesi. Oltra questo, el tempo è spiacevole pel caldo grande; e gli è pur di gentile compressione, et è da corre una infermità: e insino a Neri di Gino, sentendolo, mandò a dire a mona Lessandra, che se l'aveva caro, non lo mandassi ora: di perchè per lo meglio, te lo indugerà qualche mese, che passi questa peste. = E di villa scriveva Matteo al fratello Filippo: = Al nome di Dio. A dì 24 d'agosto 1449. A' dì passati t'ho scritto a bastanza: per questa t'ho meno a dire: ma solo ti fo questa perchè abiàn sentito del danno vostro e nostro, cioè della morte di Filippo a Barzalona: che n'è stato un gran danno della morte sua. Non si può e non si vole entrare innanzi alla voluntà di messer Domenedio: e così vi conforto aver pazienza alle cose non hanno rimedio. E così conforta Niccolò per mia parte. Vuolsi pregare pell'anima sua, che Iddio gli abbia apparecchiato buon luogo.
[p. 53] No' siàno, in mentre che la stanza c'è buona, qui a Quaracchi nella casa d'Agnolone; e se nulla ci sarà, andréno in Mugello in casa di Marco e della Caterina, o veramente andrèno a Feghine di Prato; che per ora v'è buona istanza nell'un luogo e nell'altro: che Iddio ci dia grazia pigliàn buon partito. Nè altro per questa. Raccomandaci a Niccolò; e vo' ch'avete el modo a fuggire, istate in luogo sano. Cristo di male vi guardi. Avvisoti come è morto Strozza di Smeraldo e Giovanni dei Rosso e Palla di Francesco e Luigi di Lorenzo e mona Lena di Filice Brancacci: tutti sono degli Strozzi; e molti altri nostro parenti. Sieti avviso. Scritta in fretta. Per lo tuo Matteo degli Strozzi, in Quaracchi, salute. =
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