Mia distinta e cortese Signora

È dunque vero? dunque i nostri cuori si comprendevano, si apprezzavano, si amavano da tanto tempo, e si volavano incontro un all'altro con vivissimo desiderio? Quante volte, o gentile, voleva dirigervi la mia parola, e procurarmi nella Vostra eletta amicizia un soave conforto! Voi, amabile e buona, mi avete prevenuta, e in modo così generoso; col caro dono delle Vostre belle composizioni, col saluto armonioso della Vostra affettuosa Canzone(1) La bellissima Canzone A Marina Astori.—V˙ Proemio pag. 16—alla quale rispose costei con un gentile sonetto. Grazie a Voi! avete gittato un fiore fragrante sul mio solitario sentiero.

Non sono, no, nel mondo vergine sorella; non è un sacro voto che mi tenga reclusa in queste stanzette; ma qui m'incatenano le sventure e l'infermità. Oh, se avessi a farvi passare pel tramite della mia vita, in quanti dolori v'incontrereste, e come il Vostro bell'animo ne sarebbe commosso!

Figlia della bella Venezia, in essa passai una giovinezza accarezzata e felice, ma quando l' inconscio cuore si apriva alle più dolci speranze, la morte mi rapì immaturamente ad uno ad uno tutti i miei cari, e ridotta con un solo amato fratello, il cui impiego chiamava a Verona, venni, parecchi anni or sono, ad abitare qui. Quantunque l' aria incostante, vivissima, affatto diversa dalla mia nativa, mi facesse soffrire, avendo un sistema nervoso delicatissimo, mi trovavo però mercè le cure amorose del mio buon fratello, in una condìzione tranquilla. Ahimè! il Signore, sempre giusto e pietoso negli, alti suoi fini, nel settembre del 67 mi tolse anche quest'ultimo appoggio, e con lui ogni mezzo di sussistenza. Da quel momento funesto la mia salute peggiorò in guisa da non poter più uscire da questo nido.—Ma il nostro Padre celeste è pur sempre buono, ed Egli mi suscitò intorno tanti cuori pietosi che con una delicatezza impareggiabile di carità provvedono alla mia povera vita.—Alcune delle mie Sorelle Italiane che coltivan le lettere mi stesero amica la mano, e s'unirono ai vecchi amici. Il beneficio è porto con tanta grazia, con tanto affetto che m'intenerisce senza farmi arrossire.—Eccovi la mia storia, oh quanto dalla Vostra diversa, mia Concettina! Io vi veggo, avventuratissima fra le Madri, crescere all'Italia i figliuoletti che belli, robusti, intelligenti, vi fanno leggiadra corona, e vi sono di decoro e di gioie ineffabili.

Il Signore li benedica insieme al Vostro Sposo al Padre Vostro. Di tanto Lo prego.—E Voi pregatelo per me; e spingendo il vostro sguardo nelle mie cellette vedetele, come diceste, inondate di luce, visitate dal sol meridiano, che vivifica sul davanzale delle finestre i miei fiori, e fa gorgheggiare i prigionieri augelletti.—Vedetemi, quando sono fuori del letto, tentar d' ingannare il patire, occupandomi nello scrivere o in qualche lavoruccio, e benedite meco Iddio, quel Dio che atterra e suscita.

Ringraziandovi, cara, quanto mai posso, vi lascio a malincuore perchè son stanca, pregandovi ad usare meco ogni confidenza, a parlarmi col voi, col tu, col nostro bel tu Italiano, compiendo così il favore che mi avete fatto.—Baciatemi ad uno, ad uno i Vostri fanciulli; rispondetemi presto, inviandomi un altro dono, la Vostra fotografia, e amatemi, amatemi, che ho tanto bisogno d'amore, e sono superba del vostro.

Addio dal cuore.

Verona Santa Maria in Organo 13 Genuaio 72.

Obb.ma amica
Marina Astori