Egeria Canossa:

COLLECTED POEMS





Assembled by
Cynthia Hillman and Courtney K. Quaintance

The Italian Women Writers Project
The University of Chicago Library

Chicago
2008

Mentre ch'a Voi Signore, & al ciel piacque, Chavesse il mio languir qualche mercede, E che pietà gelata in voi non giacque, Ma desta fu dal mio servir con fede; Vissimi lieta ardendo, & non mi spiacque Perder per Voi quel ben, ch'ogni altro eccede; Quel ben, che libertà la gente chiama, Et sopra ogni altro riverisce, & ama. Ne sol contenta fui d'ogni mia voglia Darui humilmente nelle mani il freno, Ch'a piacer vostro, come al vento foglia La volgeste in vn punto, in vn baleno; Ma trassi ancor Me stessa de la soglia De la memoria, & Voi le posi in seno: V'hebbi Voi sempre, e me posi in oblio, E con Me insieme anchora huomini, e Dio. Così conuersa in Voi mio lume santo, E fattoui di Me tempio, & altare, Preso di riverenza il sagro manto, Onde fosser mie preci a Voi piu care. V'offersi humile i sensi, & lalma, & quanto Per Me mai si potesse o dire, o fare. Non arrivai (ben sollo) al vostro merto; Ma piu non puoti: io ben di ciò v'accerto. Tutti i tormenti allhor, tutte le pene Mi furo a sopportar lieui, & soaui; Ch'essendo cara a Voi dolce mio bene, Che tenevate del mio cuor le chiavi, Con dolce rimembrar, con bella spene, Mitigava i pensier noiosi, & gravi; I pensier, che di tenebre, & d'horrore Empion sovente il bel regno d'Amore. Ma hor, che voler vostro, o mia fortuna Priuata a torto m'ha d'ogni contento, Et che le mie preghiere ad vna ad vna Quante ne porgo se ne porta il vento; Non viue alcun mortal sotto la Luna, Che senta a par di Me doglia, & tormento; A par di Me, la cui perdita eccede Ogn'altra di gran lunga, e ogni huom se 'l vede. Via piu che neve ho sempre il cor gelato, Che perdè al tutto il natural colore, Quando da Voi sentissi abandonato, Et del duol fatto preda, & del timore: Perche ogni spirto allhor sì tristo stato Havendo oltre misura in grave horrore Dietro a Voi, vita sua, mosse le piante, Ond'Io (lassa) restai fredda, & tremante. Lanima ancor non ben certa, & sicura, Di poter senza voi viver vn giorno, Per far men grave la sua pena dura, Seguì de bei vostri occhi il lume adorno. Quinci nascosamente or questo fura, Et hor quel guardo, mentre a lor d'intorno Errando vanne desiosa, & intenta; Ne par, che del mio male affanno senta. Poco dipoi fuggissi anchor la speme, Che molle fe parermi ogni durezza: Fuggisi ella non sol, ma seco insieme. Ogni gioia, ogni pace, ogni dolcezza: Che senza Lei sempre sospira, & geme Vna alma innamorata, & nulla apprezza: Di nulla cura, & sol la morte chiama, Così sperando di venir men grama. Credo che anch'Io Me stessa havrei tradito, Et venutane allhor con gli altri in schiera, Se non fosse il desio stato impedito Dal non esser, come essi, sì leggiera: Non puoti adunque; & sentone infinito Dolor; che se ben grata a Voi non era, Havrebbe almen scemato il mio martire Lesservi appresso, e innanzi a Voi morire. Così senz'alma, è senza spirti, fuore D'ogni speranza, & d'ogni bene Io viuo, Che vivo dissi? anzi pur no, chel core Al partir vostro fu di vita privo: E se ben seruo il natural calore, E giorno, & notte penso, & piango, & scrivo E miracol d'Amor, che spesso in vita Tiene vn, benche sia lanima partita. In tal maniera i giorni vo menando, Pensosa sempre, & pallida in aspetto, Pallida pe 'l vigor, che consumando Si viene a poco a poco dentro il petto; Sospiro, & gemo, e posto al tutto ho in bando Ogni riso, ogni canto, ogni diletto: Et cio, ch'Io veggio, o sento, mi dispiace; Et sol nel lagrimar ho qualche pace. Ne però accuso Voi, occhi lucenti, Che non mio merto, ma bontà natia Vi fece gia ver Me pietosi, e intenti, Quando il vostro splendor ferimmi pria: Onde, s'havete hor quegli affetti spenti, Ne piu vi cal de lalta piaga mia, Hor dee piu che vi piaccia il vostro dono Legarvi? tenuta Io di quel vi sono. Tenuta sonui; & mentre adorno il cielo Andrà di luminose, & vaghe stelle E squarciando il notturno humido velo, Scoprirà il Sole hor queste parti, hor quelle; Mentre fia caldo il fuoco, & freddo il gelo, & d'Amor nido lalme pure, & belle, Terrò di cio memoria in sempiterno; Et sarò vostra anchor gił ne l'Inferno.

Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), pp. 46-49.

This poem also appears in: Bulifon, Antonio, ed. Rime di cinquanta illustri poetesse di nuovo date in luce da Antonio Bulifon (Napoli: Antonio Bulifon, 1695), 39-42; Guasco, Giovanni, ed., Storia litteraria del principio, e progresso dell'Accademia di belle lettere in Reggio (Reggio: I. Vedrotti, 1711), 105-109; Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 1, pp. 204-207; and Ronna, Antoine, ed., Parnaso italiano. Poeti Italiani Contemporanei Maggiori e Minori Preceduti da un Discorso preliminare intorno a Giuseppe Parini e il suo secolo Scritto da Cesare Cantù (Paris: Baudry, 1847), pp. 1011-12.

Alla Signora Lucia Bertana. Donna, la cui diuina alma bellezza Con cortesia congiunta, & honestate Fan, che il fior siete in questa nostra etate. Di senno, di valor, di gentilezza. Et virtù rara, & sua santa ricchezza, Nobiltà vera, & celeste humiltate, Fra quante furon mai belle, & pregiate V'hanno fatto poggiare a somma altezza. Maraviglia non è dunque, se 'l mondo Tanto v'honora, e ingegno sì sublime Con le sue carte riverisce, e cole. Onde piu chiara, e lucida, chel Sole Vi faran questi inchiostri, & queste rime Viver eterna, & Lui lieto, & giocondo.

Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p. 50.

This poem also appears in: Bulifon, Antonio, ed. Rime di cinquanta illustri poetesse di nuovo date in luce da Antonio Bulifon (Napoli: Antonio Bulifon, 1695), p. 42; and Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 1, p. 207.