Angela Bulgarini Negrisole:

COLLECTED POEMS





Assembled by
The Italian Women Writers Project


The University of Chicago Library

Chicago
2007

L'Ora fatale di quel punto estremo, In cui l'Alma su i labri è fuor del petto, Fassi de' miei pensier' penoso oggetto: Morte, e Giudizio, mi spaventa, e temo. Parmi di udir, che il Giudice supremo Mi chiami innanti al suo Divin cospetto: Dell' offeso Signor miro l'aspetto, Onde sudo, ed agghiaccio, avvampo, e tremo. Già rea mi accusa ogni commesso errore; E già per questi condannar mi sento In tenebroso carcere di orrore. Se arreca un sol pensier tanto spavento; Che saraà poi, quando il perverso cuore Tempo non avrà più di pentimento?

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 1.

CIeili che miro! il mio Signor diletto Al furor vostro, empi ministri, è dato? Voi più duri del sasso, ov'è legato; Voi più crudi del laccio, ond'è ristretto. Ah, che alle vostre furie il fe soggetto, Più che la rea sentenza, il mio peccato Io v'hò di que'flagelli il braccio armato, Per far Giesù de' vostri colpi oggetto. Spettacolo crudel! di Cristo esangue Vedesi il corpo lacerato, e infranto E v'è tra noi chi di dolor non langue. Ah piangi anima mia; del pensa alquanto, Che ben lava tue colpe il Divin Sangue, Ma sol quando v'è unito anche il tuo pianto.

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 5.

ALlor che in mille modi al capo intorno Recava il biondo crin pompa vezzosa, E che sovra la guancia, e giglio, e rosa Nella fiorita età facea soggiorno, E rendea di se stessa il fianco adorno Giovanezza robusta, e vigorosa; Del Castalio cercai l'onda famosa; Se ben non lode vi trovai, ma scorno. Or che seco portossi il tempo alato Ogni piacer, lasciando i membri infermi, E il natural vigor pigro, e legato; Or che stanca è la mente, e i sensi inermi, Che dir pos'io nel misero mio stato? Sol che in breve farò cibo de' Vermi.

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 6.

ASpiravan del per d'Elena al Core Due gran' Rivali, e lo tenean diviso; L'uno il Terren, l'altro il Celeste Amore, All'intera vittoria intento, e fiso. Pruova faceva ognun di suo valore, Quando il terreno Amor foco improvviso Togliendo ad Imeneo, contro il vigore Del cor scagliollo, ed ei cadde conquiso. Sdegnossi il sacro Amore, e preso un telo Dell'amante suo Dio, la fiamma atroce Spense, e quel cor colmò di santo Zelo. Elena allor gridò con franca voce: Addio fasti del Mondo; e del Carmelo Corse ne'Chiostri ad abbracciar la Croce.

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 7.

Amor, che va di più vittorie altero, Ma non giammai di sue vittorie è pago; Te mirò d'alti Eroi germe, ed immago Sdegnar suoi ceppi, e 'l suo temuto impero. E meditando aspra vendetta, in fero Suono: Io, gridò, ch'ai numi il seno impiago, Io da te vinto? e ognor sarai sol vago D'eroica tromba, e d'un allor guerriero? Indi sciolti dal tergo ed arco, e strali, Di tua fascia reale il nodo stende, E formando al tuo cor l'armi fatali; E d'eccelsa Donna al sen tesse le Bende, A te vinto la stringe, ed immortali I suoi trionfi, e le tue glorie or rende.

Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 2, p. 181.

SCorno dell'altre stelle in Ciel lampeggia Con insolito lume Astro ridente; E di tre Re, che han soglio in Oriente, Quel novello fulgor l' occhio vagheggia. Parton co' doni della propria Reggia, Seguendo i rai di quella scorta ardente, Che ad adorar li guida il Sol nascente, Per cui la Terra, e il Ciel ride, e festeggia. O saggi, o invitti, o avventurati Eroi! Se il Ciel le cifre sue con mente chiara D' intender così ben concede a voi. E saggio sia chi una virtù sì rara Seguendo al Re de' Regi i doni suoi Ad offerir dal grand' esempio impara.

Gobbi, Agostino, ed., Scelta di sonetti, e canzoni de' più eccellenti rimatori d' ogni secolo, Quarta ed., con nuova aggiunta (Venezia: Lorenzo Baseggio, 1739), p. 88.

NElle procelle sì, non nella calma L'o˜da s'innalz' allor, che il mar più freme E quanto più s'aggrava, e più si preme Più le sue frondi al Ciel drizza la Palma Ha le procelle il Mondo, ove pio l' Alma Alzarsi al Ciel, e nelle angoscie estreme Drizziar a Dio il pensier, che porge insieme Speme, e conforto a tormentata salma. Quei, che pria per la Fe donò la vita, E il Cielo aperto a vagheggiar fu ammesso, L' onda, e la Palma coraggiosa imita. Poiche percosso egli è, ma non depresso, Ed in que' duri sassi il Ciel gli addita La vera via, per innalzar sè stesso.

Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 2, p. 181.

SI, ch' io t' amo, Fibeno, e mi do vanto Di no˜ amar quello, che il Mondo apprezza, D' illustre nobiltade, o di ricchezza, E di beltade fragile cotanto. Questi don di fortuna, che altrettanto Essa dispensa a chi più la disprezza Non amo, perche in sè non han fermezza; Ne i pregj suoi ponn' invitarmi al canto Amo in te la prudenza, amo il coraggio, L' umiltà la pietade, e quel dì grande, Che alberga nel tuo cor onesto, e saggio. Desio poi, che tu imiti le ammirande Opre de' grandi Eroi, acciò in omaggio Dian gl' Allori al tuo crin doppie ghirlande.

Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 2, p. 182.