Maria Felice Alessi:

COLLECTED POEMS





Assembled by
Cynthia Hillman

The Italian Women Writers Project
The University of Chicago Library

Chicago
2008

VIdi un giorno un bel volto, e'l vidi, o Dio, Che tosto egli sparì dagli occhi miei; E in quel fatal momento il cor perdei, Che schiavo di quel Bel non è più mio. A chi chieder pietade ora poss'io? A chi deggio narrar mie doglie, o Dei! S'io non so, vago mio, nè pur chi sei, Nè se io ti deggia dir crudele, o pio. Forse non vedrò più l'amato oggetto Nè potrò mai scoprirle il mio martoro, E pur egli ha l'albergo entro al mio petto. Dillo tu almeno, o Cor, chi è il mio tesoro: Ah che risponde il Cor, in se ristretto; Altro dirti non so, se non ch'io moro.

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 150.

BEgli occhi, o Dio! begli occhi, oh che gran piaga M'aprono in sen que'sguardi! e pur v'adoro: Ne ardisce di spiegarvi il mio martoro, Benchè l'Alma di voi tanto sia vaga. Quand m'assiso in voi, io, son si paga, Ch'io non chiedo soccorso, nè ristoro, E mentre in voi mi struggo, e per voi moro, D'una morte sì bella il Core s'appaga. Deh miratemi si, luci adorate, E si consumi il Cor nel suo martire; Che son dolci le pene, anzi bramate. Qual contento faria per voi morire, Se mirandomi allora, o luci amate, Care, moro per voi, potess'io dire!

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 151.

This poem also appears in: Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 2, p. 254.

AMai misera un tempo, e di che ardore Lo sai ben tu mio Cor, ma Eurindo, oh Dio! Tradì, l'empio, infedel, l'affetto mio, Dandosi in preda ad un novello amore. La mia fede oltraggiata a tutte l'ore Gli diceva; crudel, che t'ho fatt'io, Che un si tenero amor poni in obblio, Ne ti move a pietade il mio dolore? E l'iniquo spergiuro: ah non sia mai, Dicea, ch'io t'abbandoni, Erilla amata; Troppo acceso son io da'tuoi bei rai. Il tempo, e l'opre al fin m'hanno sgannata: Abborisco chi tanto idolatrai. O cara libertà quanto sei grata!

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 152.