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LE LAUDI
DI
LUCREZIA DE' MEDICI

IN PISTOIA
LITO-TIPOGRAFIA FLORI

1900

[Verso of Title Page]

Edisione di C esemplari numerati

N°ree; 43

PREFAZIONE

BIBLIOGRAFIA

[Le Laudi di Lucrezia de' Medici]

I. Ecco el Mess. a - e la madve Maria

(Magl. VII, 1159) Ecco el Messia - e la madre Maria. Venite, alme celeste, Su dagli eterni cori, Venite e fate feste Al signor de' signori; Vengane e non dimori La somma gerarchia. Venite, angioli santi, E venite sonando; Venite tutti quanti, Gesù Cristo lodando E la gloria cantando Con dolce melodìa. Patriarchi, venite, Venite festeggiando: Levato v' à la lite, Cavato v' à di bando; E venite lodando La vergine Maria. Venitene, profeti, Ch' avete profetato; Venite tutti lieti, Vedete ch' egli è nato Ed a noi è donato Il piccolin Messia. Pastor, pien di ventura, Che state qui a veghiare, Non abiate paura: Sentite voi cantare? Correte ad adorare Gesù con mente pia. Vo ' l troverrete nato Tra ' l bue e l' asinello, In vil panni fasciato, E già non ha mantello. Ginochiatevi a quello Ed a santa Maria. E' Magi son venuti, Dalla stella guidati, Con lor ricchi trebuti In terra inginochiati E molto consolati, Adorando el Messia E la madre Maria.

La sopradetta lauda si canta come Ben
venga Maggio Col gonfalon Selvaggio

II. Deh venitene, pastori

(Ediz. 1486) Deh venitene, pastori, A veder Gesù ch' è nato, Nel presepio ignudo nato, Più che ' l sole risplendiente. Venitene prestamente A vedere il bel Messia; Sol Giuseppo con Maria, La sua madre glorïosa. Mai non fu sì prezïosa Creatura, nè mai fia: Evvi ancora in compagnia Solo ' l bue e l' asinello. Pezze, fascie, nè mantello Non ha il signor de' signori: E dal ciel discende i Cori Per veder la deitate. Quivi vien le Potestate, Quivi viene e' Cherubini, Le Virtù e' Serafini Con tutta la gerarchia. E con dolce melodia Ringraziandol con disio: « Gloria in cielo all' alto Dio E in terra pace sia! » O pastor, venite via El Signore a visitare; Vo' sentirete cantare E vedrete il re di gloria. Oggi è il dì della vittoria, Che ' l nimico fia dolente, E li padri allegramente Sentiranno tal novella. Apparita è una stella, Tutto ' l mondo a ' lluminare: Venite a ringrazïare Gesù Cristo onnipotente; Tutte le divote mente Contemplando con dolcezza. Come la divina altezza Patir vuol pe' nostri errori.

Cantasi come Quando sono in questa
cittade.

III. Ben vegna osanna - e la figliuola d' Anna!

(Magl. VII, 367) Ben vegna osanna - e la figliuola d' Anna! Egli è nato nel fieno Tra l' asinello e ' l bue El Signor nazareno; Come predetto fue. Chi vuol veder Gesue Venga a cantare osanna. E' Magi cavalcando Vengon con lor tesori, E' pastor van cantando Del signor de signori: Ognun par che ' nnamori Sol del cantare osanna. Rinfresca il sano amore El mondo en pace e lieto E cala il Salvatore Giù dal monte Uliveto, E grida il popol drieto Ad alta voce: « Osanna! » Rallegrasi e fassi alma Gerusalem allora E sparge ulivo e palma Chi ' l piangerà ancora: Gesù ciascun l' adora, Tutti gridando: « Osanna! » I Farisei la sera Senton di ciò gran pena: E Giuda indegnato era Per Maria Maddalena: Esce fuor della cena Sol per tradire osanna. « Venite » dice il fello « A prender Gesù santo »: E bacia in segno quello; Gesù legato è ' ntanto: « O rabbi, ave ». Quanto Chiamerai indarno osanna! Venuto è già Maria E ' l figlio à ritrovato, Tra gente cruda e ria Battuto e fragellato, Sopra ' l Calvar menato; Non gli è più detto: « Osanna! » A Dio con umil voce Volgasi ogn' uom fedele A pianger Gesù in croce, Che per noi gusta fele! Oh gran cosa crudele, Vergine figlia d' Anna!

Cantasi come Ben venga Maggio

IV. Ecco el re ferte - aprite quelle porte!

(Ed. 1486). Ecco el re forte - aprite quelle porte! O principe infernale, Non fate resistenza: Egli è il re celestiale, Che vien con gran potenza: Fategli riverenza Levate via le porte. Chi è questo potente, Che vien con tal vittoria? Egli è ' l signor possente, Egli è ' l signor di gloria. Auto à la vittoria, Egli à vinto la morte. Egli à vinto la guerra, Durata già molt' anni, E fe' tremar la terra Per cavarci d' affanni, Riempier vuol gli scanni Per ristorar suo corte. E' vuole el padre antico E la sua compagnia; Abel vero suo amico, Noè si metta in via, Moisè qui non istia: Venite alla gran corte. O Abraam patriarca, Seguite il gran Signore; La promessa non varca, Venuto è il Redentore; Vengane il gran cantore A far degna la corte. O Giovanni Battista, Or su, sanza dimoro, Non perdere di vista Su nell' eterno coro E Simïon con loro Drieto a sè fa la scorte. O parvoli innocenti, Innanzi a tutti gite, Or siate voi contenti Delle aute ferite; O gemme, o margarite, Adorate la corte. Venuti siete al regno Tanto desiderato, Poi che nel santo legno I' fu' morto e straziato E ò ricomperato Tutta l' umana sorte.

Cantasi come Ben venga Maggio

V. Contempla le mie pene, o peccatore

(Ed. 1486). -- Contempla le mie pene, o peccatore, E nel martìr, ch' i' sono: Vedi ch' i' non perdono A me, che pendo in croce per tuo amore. Contempla ch' io lasciai il nobil regno, Di te presi pietate E son confitto in questo amaro legno Con tanta crudeltate. Sanza misura fu mie caritate: Elessi tal martìre E sì volsi morire, Perchè vivessi meco in grande onore. Contempla bene. Alla corona mira Acuta e sì crudele: Vedi la carne mia che si martira. Apparecchiato è el fele; Non ò in questa angoscia alcun fedele, Rifriger di mie pene; Per cinque grosse vene Verso ' l mio sangue, e tu cerchi d' onore. -- -- Contemplo ben, Signore, il tuo gran duolo E l' aspra passïone. O dolce Gesù mio, tu fusti solo Alla redenzïone. L' anima e' l cor è con afflizïone; I' ò speranza e fede, Con l' usata mercede Farai misericordia al peccatore. --

Cantasi come O Gesù dolce, o infinito amore.

VI. O Signor mio, ben fu l' amor tuo forte

(Magl. VII, 1159) -- O Signor mio, ben fu l' amor tuo forte, Che ti condusse a così crudel morte! Chi t' à condotto in su quel crudel legno Con le tuo membra, forte conficcate? E' t' à condotto amore e non isdegno, E' t' à condotto la tua caritate. Di te preso non ài punto piatate, Pur che dirizzi nostre opere torte. Quando risguardo in quel tuo santo viso Alla faccia battuta e sanguinosa, Gli occhi velati; e se' morto e deriso, E la testa forata e non si posa, La bocca asciutta; com' è cruda cosa A vederti condotto a cotal sorte! Contemplo quella piaga del costato, Che gitta tanto sangue ed acqua insieme, Che tutto el mondo se n' è rinfrescato, E cresciuto n' è pur questo tuo seme. O Signor mio, da tutti e' lati geme Pace e benignità che ci conforte.-- -- Patito ho molte pene e gran martìre Per campar te dalle pene eternale, Perchè tu viva, ho voluto morire, E tu se' stato di te micidiale: Da te rimane el farti celestiale: Aperto t' ò del regno mio le porte.

VII. Viene ' l messaggio - e lo spirito saggio!

(Magl. VII, 1159). Viene ' l messaggio - e lo spirito saggio! Vien da' regni celesti, (Nuovi e dolci romori, Giocondi e non molesti, Scendon dagli alti cori) In forma di vapori E luminoso raggio. Vien come foco acceso E lingue dispartite: Gli apostoli àn compreso E l' alme lor vestite Di veste colorite E di ciascun linguaggio. E' viene a ' lluminare Il mondo intenebrato, Le nostre alme a salvare; Ciascun fie liberato Da quel nimico ingrato Che prese il mal viaggio. Vieni, spirito vero, Entra ne' nostri petti: Facci l' animo intero, Purga e' nostri difetti, E tienci saldi e stretti A far nostro vantaggio. Mostraci la tuo via, Mostraci tuo virtute: L' anima pur disia Veder la suo salute E cerca con virtute Fuggire il suo dannaggio. O don di Dio altissimo, O vera maestade, Spirito vementissimo, Quant' é la tuo bontade! Con tuo gran caritade Fareno el buon passaggio. Sette si dicon doni Dello Spirito Santo. Di sette milïoni Non si potre' dir tanto: Verte el dolore in canto Chi va pel tuo viaggio. Accendi e' nostri sensi, Conferma e' nostri cuori, Chè la virtù conviensi A così fatti amori; Fa' sentir gran dolzori E lasciar ogni oltraggio. El nostro gran nimico Da noi fa' dilungare: E el peccato antico A' fatto cancellare E l' inferno serrare A suo disavvantaggio. Per te el nostro padre Mandò di cielo el figlio In quella santa madre A farsi a noi simiglio: Fu per divin consiglio, Come mostrato i' v' aggio. Grazia sia a te, padre, Al figlio interamente Ed alla santa madre E allo spirito ardente; Del qual sie sizïente Tutto l' uman lignaggio.

La sopradetta lauda si canta come Ben
venga Maggio

VIII. non mi curo più di te

(Magl. VII, 1159). Non mi curo più di te: Aggio preso forti rami, Non rispondo perchè chiami, Beffe mi farò di te. O nimico, i' ò passato Oramai la dubia strada; Gesù mio m' à liberato, Non istare a quella bada. Grazia ò auto ch' io non cada, Non provar più l' esca e gli ami; Non rispondo, perchè chiami, Beffe mi farò di te. Credesti aver gran faccenda, Con piaceri a me mostrare; Non che ' l mio Signore offenda, Non ci voglio pur pensare. Deh omai lasciami stare! I' non vo' più tuo' richiami; Non rispondo, perchè chiami; Beffe mi farò di te. Deh omai lasciami stare Con la tua mortal ferita! A' peccati i' vo' pensare Ed a Dio, bontà infinita, Io vo' metter la mie vita In far tanto che Dio m' ami. Non rispondo, perchè chiami; Beffe mi farò di te. Or ne mostra quanto puoi De' piacer quanti ne sai. Se tu fussi tu e' tuoi, Da me altro non arai. Deh pel resto sia omai Questi modi falsi e grami! Non rispondo, perchè chiami: Beffe mi farò di te. Tu se' stato molto attento Farmi, dico, a Dio lontano. I' t' ò fatto malcontento: Or sarebbe morto invano. Dato gli ò nella suo mano L' alma ch' a sè la richiami. Non rispondo, perchè chiami; Beffe mi farò di te.

Notes

1 Indico cosi in parentesi via via il testo che prendo a fondamento.

2 Cfr. il v. 14 della 1. II e il v. 11 della 1. III.

3 Il cod. Borr.: Venga.

4 Il cod. Borr.: ierarchia.

5 ll cod. Borr. e il pal.: angeli.

6 A proposito di questa parola devo avvertire che nelle stampe e nei mss. a volte si trova Gesù, a volte Iesù. Io ho creduto di dovere adottare sempre la stessa forma, e poichè è probabile che la grafía Iesù sia una reminiscenza del latino e nella pronunzia si avesse sempre Gesù, ho preferita questa seconda maniera.

7 Il cod. Borr.: laudando.

1 Il cod. Pal. e la st.: Levate via, il cod. Borr.: Levata è via.

2 Il cod. Borr.: ci à.

3 Il cod. Pal.: laudando.

4 Così il cod. Borr. e la st. Il Magl. ha col Pal.: Venite.

5 La st.: Vedetel.

6 Il cod. Borr.: nui.

7 Il cod. Borr. e il Pal. e la st.: El.

8 Il cod. Borr.: vui.

9 Il cod. Borr.: vui.

10 La st.: corrite.

11 Manca nel cod. Pal.

12 Il cod. Borr.: Vui el trovarete; la st.: troverete.

13 Il cod. Borr.: Fra el.

1 Il cod. Borr.: Ingienochiativi.

2 La st.: Co' .

3 Il cod. Borr. e il Pal.: tributi.

4 Il cod. Borr.: Ingienocchiati.

5 Il cod. Borr. e il Pal.: il. la st.: ' l.

6 Questo v. di chiusa manca nella st. e negli altri codd.

1 Manca nella st. e nel cod. Pal.

2 Il cod.: venite.

3 Il cod.: nuda.

4 Il cod.: resplendente.

5 Il cod.: Giosep.

6 Il cod.: Ancora v' è.

7 Il cod.: El.

1 Il cod.: E da c. discendon i C˙ Anche la st. ha discendon. Ho preferito il singolare per potere dare l' articolo al nome Corie avere cosi una costruzione eguale a quella della strofe seguente.

2 Il cod.:

3 Il cod.: la.

4 Il cod.: Virtude.

5 Manca questa st. nel cod.

6 Il cod.: Voi.

7 Il cod., direte.

8 Il cod.: stia.

1 Il cod.: Venilene.

2 Il cod.: Ringrazïando.

3 Il cod. peccali.

1 La st.: veng' o.

2 La st. Iesu in.

3 La st.: Veng' a.

4 La st.: E' pastor van cantando Del signor de signori, E' magi calvalcando, Vengon co' lor tesori.

5 La st.: di.

6 La st.: Allegra ' l santo a. Nel m. in p. e l.

1 La st.: mont' .

2 La st.: lieto.

3 Manca questa stanza alla st.

4 Manca nella st.

5 La st.: indegnat' .

6 La st.: Uscì.

7 Secondo la narrazione evangelica alcuni discepoli di Cristo, e specialmente Giuda Iscariote, che subito appresso concepi l' idea di tradire il Maestro, s' indignarono quando Maria Maddalena sparse unguento prezioso sul capo di Gesù (Cfr. S˙ MATTEO, XXVI, e S˙ MARCO, XIV).

8 Preferisco la lezione segno della stampa all' altra fronte del cod., perchè trova corrispondenza nel testo evangelico: « Qui autem tradidit eum, dedit illis signum, dicens: Quemcumque osculatus fuero, ipse est, tenete eum » (S˙ MATT., XXVI, 48 e poco diversamente S˙ MAR˙, XIV, 44).

1 Il cod. ha intanto senza l' è. Migliore la lez. della st.

2 « Ave, rabbi » è il saluto di Giuda (S˙ MATT˙, XXVI, 49 e S˙ MAR˙, XIV, 45). La st. legge: o raby ave e il cod.: O raby o ave.

3 La st.: Com' era.

4 Il cod.: figluolo.

5 Il cod.: sopra Calvario.

6 Manca questa stanza nella st.

7 La st.: ogniun

8 La st.: gustò.

9 La st.: Laudil ciascun fedele / Con la figluola d' Anna.

1 Ps. XXIII, 7: « Attollite portas, principes, vestras, et elevamini portae aeternales; et introibit rex gloriae. »

2 Ps. XXIII, 8: « Quis est iste rex gloriae? Dominus fortis et potens: Dominus potens in proelio. »

1 La st.: stia.

1 La st.: state.

1 Il cod.: cridel.

2 Il cod.: none.

1 Di questa laude non si dice su che aria fosse cantata. Forse per questo ebbe meno diffusione delle altre e rimase inedita.

1 La st.: fuoco.

2 La st.: nostr' .

1 La st.: intiero.

2 La st.: tuo.

3 La st.: sua.

4 La st. Deno senza l'

5 Traduce il v.: « Allissimi donum Dei » dell' Inno Veni, creator, di cui si trovano in questo componimento varie reminiscenze.

1 Il cod. e la st.: Si.

2 La st.: V ' l d. in pianto.

3 Il cod. e la st. hanno suo. Forse parafrasa i w.: « Ductore sic te praevio, Vitemus omne noxium » del cit. inno.

4 La st.: Accende.

5 Inno cit.: « Accende lumen sensibus, Infunde amorem cordibus ».

6 La st.: Ch' alla.

7 La st.:

8 La st.: ogn' .

9 Inno cit.: « Hostem repellas longius. »

10 Qui il testo sembra guasto. Forse deve dire: Tu che ' l.

1 Manqano nella st. le ultime tre strofe.

1 La frase Essere per il resto manca ai vocabolarî. Pare che voglia dire, che queste seduzioni devon essere gli ultimi sforzi del mondo e del demonio. Nel senso di Considerare un' impresa al suo termine questa espressione è anche nel Morgante (XXVII, 86) e nei Sonetti di M˙ FRANCO e di L˙ PULCI (1759), p. 30.

2 Il cod.: atento.

3 S' intende Cristo.

1 Anche questa, come la I. VI, non ha l' indicazione dell' aria musicale ed è rimasta inedita.