ELENA AGANOOR:

COLLECTED POEMS





Assembled by
The Italian Women Writers' Project


The University of Chicago Library

Chicago
2003

  • Ombra mesta non sei che versa pianto,
  •      E che passa fugace;
  •      Sei scheletro: ti arresti a me d'accanto
  •      Per togliermi la pace.

  • Fisa rimango; mi si oscura il volto
  •      E amaramente penso;
  •      Mi par che l'aria odori di sepolto:
  •      Larve figura il senso.

  • Il chiaro Sol si toglie alla mia vista
  •      E un deserto profondo,
  •      Una squallida valle immensa e trista
  •      Per me diventa il mondo.

  • È sterile d'ogni opra il mio pensiero:
  •      Sterile il duolo acuto:
  •      Sordo alla voce di natura e al vero
  •      L'orecchio: il labbro muto.

  • Pindemonte! La tua ninfa gentile
  •      Par l'Ondina di un lago:
  •      Sparse ha le treccie sovra il manto umile,
  •      Calma e pensosa imago.

  • Non è l'inferno quello: è il paradiso
  •      All'ombra di un cipresso
  •      Oh se mutar potessi in quell bel viso
  •      Il teschio che ho qui presso!

    ELENA

    From Nuova Antologia, agosto, 1876, p. 850 in "Ad Elena e Vittoria Aganoor" by Giacomo Zanella.

  • Amica di mie veglie, entro l'oscura
  •      Stanza silenzïosa, il picciol foco
  •      Guardo talor con amorosa cura,
  •      Che solitario brilla.
  •      L'anima tua fra i bei vetri sicura
  •      Mira diritta al cielo e raro oscilla,
  •      Pur si andrà consumando a poco a poco
  •      La sorte che ti danna è la mia sorte.

  • Più viva assai di quella tua fiammella
  •      Più amabil, più superba e più sdegnosa,
  •      Ardere, occulta entro l'angusta cella,
  •      Sento l'anima mia.
  •      In ricca veste, trasparente e bella,
  •      Non della tua men frale, a eccelsa via
  •      Mira più sola e più di te dubbiosa:
  •      Ambe ci spegnerà la cruda morte.

  • Mentr'io cercando per l'ignoto immenso
  •      Inutil vivo, inutil non mi sei
  •      Tu, che del viver tuo pur non hai senso
  •      E a cui favello invano.
  •      Ma non perciò ch'io t'amo e sento e penso,
  •      Giungo a scoprir del viver mio l'arcano
  •      Chè, non più de'tuoi raggi, i lumi miei
  •      Ponno passar per entro a opache porte.

    From G. L. Patuzzi, ed., Poesie di autori contemporanei (Verona: Drucker & Tedeschi, 1882), p. 388-89.

  • Sola, tu dici; a te pare un deserto
  • questa sala ov'io son con mille e mille;
  • tra quest'ombre agli inconsci occhi coperto,
  • un fuoco serba vivide scintille.

  • Forte accalora quanto più è segreto,
  • arde e s'addoppia quanto più è nascosto,
  • e a poco a poco ogni angolo fa lieto,
  • e a poco a poco illumina ogni posto.

  • Tendo le ciglia e nella io vedo,
  • tendo gli orecchi e bei silenzi ascolto,
  • non alle cose trapassate io riedo,
  • ma riede a me quanto è ad altrui sepolto.

  • Voci amanti m'incuorano, saluti
  • d'ignoti al mondo, a me cari e alle Muse,
  • volti agli inetti eternamente muti,
  • labbra per sempre ai negligenti chiuse.

  • Là nel fastidio delle vie frequenti
  • e in mezzo all'urto delle turbe, e ai rudi
  • reclami, e alle perenni ansie, e alle urgenti
  • cure, o fra stolte ebbrezze o fra i tripudi,

  • sola tu, o non intensa anima! Sola
  • ove pieno è clamor, ma vuoti e privi
  • sono i cuori, le menti e la parola;
  • sola, tra le fuggenti ombre dei vivi.

    From the <http://www.polesel.it/it/aganoor/elena/Elena%20Aganoor.htm">Polesel Web site</a>, where one finds the following:

    Laura Parpinelli, in "Lettere a Bianca" pubblicato da Rebellato Editore, dove racconta della storia della sua famiglia che viveva nella villa confinante con quella degli Aganoor a Basalghelle, riferisce di un manoscritto nel quale Elena raccolse alcuni suoi lavori per donarli al padre di Laura, e dal quale trasse e trascrisse "Sola."