Contessa Lara (1849-1896)

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Evelina Cattermole nacque a Firenze il 26 ottobre 1849 dalle terze nozze di Guglielmo, eclettico personaggio di origini scozzesi, con la pianista Elisa Sandusch. Poliglotta grazie alle origini estere dei genitori e precocemente versata alle arti, la piccola Evelina crebbe nel vario ambiente cosmopolita delle comunità straniere da sempre presenti a Firenze. Fu educata all'italiano da Marianna Giarré Billi, e alla poesia da Francesco Dall'Ongaro.

In virtù della sua delicata bellezza e dei modi gentili, uniti a una brillante intelligenza, a uno spirito acuto e una naturale versatilità poetica, fu presto fra le protagoniste dei ritrovi mondani e culturali dell'allora capitale d'Italia, nei salotti di Emilia Peruzzi e dei principi Poniatowski. Nel 1867 pubblicò la raccolta di versi Canti e Ghirlande, di impronta fortemente romantica, che le valse la celebrità cittadina e le aprì le porte di molti altre famose dimore, fra le quali quella di Laura Beatrice Oliva, moglie del politico campano Pasquale Stanislao Mancini e madre della futura poetessa Maria Grazia Pierantoni Mancini. Lì Evelina conobbe il figlio dei Mancini, il tenente Francesco Eugenio, che di lei si innamorò e la sposò, al ritorno dalle battaglie per la presa di Roma, il 5 marzo 1871.

Trasferitasi col marito a Milano, Evelina frequentò il salotto della Contessa Maffei venendo a contatto coi massimi esponenti della Scapigliatura milanese, ma ben presto la sua felicità coniugale naufragò a causa dell'indifferenza del marito, sempre più assorbito dalla vita militare ed incapace di cogliere l'aspetto più profondo della sua fragile sensibilità. Delusa e spesso sola, la giovane donna finì con l'accettare la corte di un intraprendente e bell'uomo veneziano, Giuseppe Bennati di Baylon che, innamoratosi di lei, in breve tempo ne divenne l'amante, sinceramente ricambiato. Il 22 maggio 1875, però, complice il tradimento della cameriera, i due innamorati furono scoperti dal marito che, in conformità coi costumi dell'epoca, riscattò il suo onore sfidando il rivale in un duello alla pistola in cui il Bennati restò ucciso. Mancini ripudiò poi la moglie, che fu costretta a lasciare Milano e a non portare più il suo cognome. In seguito, al processo per la morte del rivale, il tenente uscì assolto grazie alle forti attenuanti riservate al delitto d'onore.

Evelina tornò così a Firenze con sulle spalle una colpa infamante, e nella sua città natale condusse per molto tempo una vita ritirata, allietata solo dall'amicizia col poeta Mario Rapisardi e con la moglie di lui, Giselda Foianesi. Nel 1881, però, con la nascita del quotidiano "Fieramosca" a cui collaborò fin dall'inizio, la Cattermole cominciò la sua lunga e nuova attività di giornalista, che durerà tutta la vita. Passò poi al romano "Nabab" per approdare finalmente, nel 1883, alla "Cronaca Bizantina" di Angelo Sommaruga, che abilmente costruì per lei il personaggio di Contessa Lara, dopo averle pubblicato lo stesso anno una nuova raccolta poetica, i Versi, prima opera pubblicata col nuovo pseudonimo byroniano (Lara è infatti il titolo di un poema di Byron del 1814) che le aprì le porte di un inaspettato successo.

Da quel momento la carriera di Evelina Cattermole, ormai a tutti nota come Contessa Lara, non conobbe soste: uscirono nuove poesie (Ancora versi, 1886), romanzi (La scalata alla fortuna, 1890; L'innamorata, 1892), raccolte di novelle (Così è, 1887; Storie d'amore e di dolore, 1893) e opere per l'infanzia (Una famiglia di topi, 1891; Compagni di sventura, 1892; Il romanzo della bambola, 1895). Particolarmente feconda fu la sua attività di giornalista, con rubriche di vario genere – costume, letteratura, attualità, piccola posta -- sulle principali testate italiane quotidiane e periodiche. Un'attività che, insieme alle pubblicazioni sparse di novelle, fece della Contessa Lara una delle prime giornaliste professioniste d'Italia.

Accanto a un sempre maggiore successo giornalistico e letterario, però, la vita sentimentale di Evelina continuò a essere infelice e, eccettuata la parentesi di un lungo rapporto d'amore con Giovanni Alfredo Cesareo, particolarmente disordinata fino a divenire addirittura patetica allorché il passare del tempo faceva sfiorire la sua celebra bellezza. Nel 1895, infine, conobbe Giuseppe Pierantoni, un ex impiegato delle ferrovie con velleità di pittore ma mediocri attitudini, che grazie a lei riuscì ad ottenere degli incarichi come illustratore presso Sommaruga e De Gubernatis i quali, però, scontenti del suo lavoro, non continuarono la collaborazione. Il rapporto fra Pierantoni e la Contessa Lara presto si deteriorò, per la differenza evidente della natura dei due temperamenti e per il fatto che l'uomo sfruttava economicamente la scrittrice in maniera sempre più pressante. Dopo un ennesimo addio, fattosi comunque ricevere in casa, la sera del 30 novembre 1896 Pierantoni dopo un acceso litigio ferì a morte con un colpo di pistola Evelina, che spirò alle 19 del giorno seguente dopo una lunga agonia.

Nella primavera del 1897 tutti i beni della Contessa Lara furono messi all'asta, e il suo archivio privato andò così completamente disperso. Il processo contro Pierantoni, celebrato a Roma nel novembre 1897, fu uno de più celebri della storia giudiziaria dell'Italia unita. L'imputato cercò di difendersi con la tesi del delitto passionale, per il quale avrebbe avuto delle attenuanti, ma molte testimonianze, e le ultime parole della stessa Contessa Lara, lo inchiodarono davanti alle responsabilità di un assassinio per motivi di denaro pur se con l'attenuante della provocazione. Fu condannato a 11 anni e 8 mesi di carcere.

Pur avendo lasciato una notevole fortuna economica, anche il patrimonio di Contessa Lara andò misteriosamente disperso e, trascorso il tempo richiesto dalla legge, nessuno pagò per una tomba che accogliesse i suoi resti riesumati, che furono perciò gettati nella fossa comune del cimitero romano del Verano.

BIBLIOGRAFIA DELLE OPERE

  • Canti e ghirlande (pubblicato col nome di Evelina Cattermole), Firenze, Le Monnier 1867. POESIE
  • Versi, Roma, Sommaruga 1883. POESIE
  • Ancora versi, Firenze, Sersale 1886. POESIE
  • Così è, Torino, Triverio 1887. NOVELLE
  • La scalata alla fortuna, in "Don Chisciotte della Mancia," maggio - luglio 1890. ROMANZO
  • Una famiglia di topi, Firenze, Bemporad 1891. OPERA PER L'INFANZIA
  • Compagni di sventura, Roma, Voghera 1892. OPERA PER L'INFANZIA
  • L'innamorata, Catania, Giannotta 1892. ROMANZO
  • Storie d'amore e di dolore, Milano, Galli 1893. NOVELLE
  • Il romanzo della bambola, Milano, Hoepli 1895. OPERA PER L'INFANZIA
  • Nuovi versi, Milano, Galli 1897. POESIE
  • Storie di Natale, Rocca S. Casciano, Cappelli 1897. NOVELLE
  • Novelle della Contessa Lara, Napoli, Bideri 1914. NOVELLE
  • La Madonna di Pugliano, Napoli, Bideri 1917. NOVELLE

RIEDIZIONI RECENTI

  • La scalata alla fortuna, a c. di Carlotta Moreni, Chieti, Noubs 2001
  • Tutte le novelle, a c. di Carlotta Moreni, Roma, Bulzoni 2002.
  • L'innamorata, a c. di Riccardo Reim, Roma, Avagliano 2007.

BIOGRAFIE

  • M. Borgese, La Contessa Lara. Una vita di passione e poesia nell'Ottocento Italiano, Milano, Treves 1930.
  • F. Liuzzi, Il processo della Contessa Lara, Milano, Carpaccio 1938.
  • F. Mazzei, Una donna in fiamme: storia della Contessa Lara, Milano, Camunia 1988.
  • B. Maffei, La Contessa Lara. Amori e duelli nella Belle Epoque, Roma, Sercangeli 1991.
  • G. Speroni, La Contessa Lara. Breve e scandalosa vita di una poetessa malata d'amore, Milano, Scheiwiller 2003.

Submitted by Carlo Caporossi (carlo.capo@katamail.com), 2008.


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