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Alessandra Macinghi Strozzi
Lettere di una gentildonna fiorentina del secolo xv ai figliuoli esuli
Frontmatter and Commentary
Edited by Cesare Guasti
Firenze: G. C. Sansoni, 1877

LETTERA QUARANTADUESIMA: ANNOTAZIONI


ANNOTAZIONE A

[p. 370]
Abbiamo una lettera di Tommaso Ginori, scritta (sebbene manchi della direzione) a Filippo, che comincia:

= Ieri arrivai qui a ore 22, e difatto andai a casa vostra sanza iscavalcare, e detti tutte le lettere a mona Lesandra: e poi andai a vestirmi, e ritornai là, e accozza' mi co Marco e Giovanni, e faciemo pensiero sopra il fatto di L.o (Lorenzo), e finale a' andamo a messer A. (Angelo Acciaiuoli) e da lui pigliamo parere, e demo le sua. E in effetto mi disse, dovessi dare le lettere; e prima, la sua a Piero di Cosimo (e così si fè), e ched io fussi l'aportatore. E così ho fatto; che tutte l'ho date; ed ho auto da ciascheduno buone promesse....E in effetto, questa mattina trovandomi in Mercato con Iacopo de' Pazzi, che là si trovò, mi disse, Piero avere loro narrato il caso; e che erano restati daccordo a consentire tutto. Dipoi, istamani ritrovando Dietisalvi, mi disse, e' mi pare, al contradio: Egli hanno diliberato venga alla porta. E Dietisalvi e Luigi Pitti mi dicono: Fecesi questo; e poi farèno il resto! Tutto questo si è per trovare il modo che sia di manco carico loro. E questa serasi debbe ispacciare. Se a tempo sarà ispacciata, v'avviserò. =

ANNOTAZIONE B

[p. 371]
Caterina di Niccolò di Nofri di Palla Strozzi, lodata da Vespasiano cartolaio (ved. Archivio storico Italiano, vol. IV, pag. 450), aveva sposato nel 1424 Piero di Neri di Francesco Ardinghelli; e da questo matrimonio erano nati Niccolò, Francesco, Luigi e Neri. Niccolò, che l'Alessandra dice tornato a Venezia, doveva sposare la Lucrezia Gondi.

ANNOTAZIONE C

La commissione di Diotisalvi Neroni fu deliberata il 13 di febbraio, e quella di messer Luigi Guicciardini e Pandolfo Pandolfini il dì 27 di marzo del 1465. Questi partirono il 29 di detto mese; ed ebbero in commissione di raccomandare al re Ferdinando vari mercanti per cose particolari, e generalmente tutti i cittadini fiorentini che tenevano banco nel suo Regno. Della venuta del figliuolo del Re si parla in altre Lettere.

ANNOTAZIONE D

Difatti il giorno appresso si scriveva questa lettera a Lorenzo, che aspettava sul confine Senese la licenza di venire a Firenze:

= Spectabili viro Laurentio Matthei de Strozzis,
        civi florentino.

Dilectissime atque karissime noster etc. Mossi per buone e giuste cagioni, e per utile e bene del nostro stato e reggimento, pertanto t'impognamo, notifichiamo
[p. 372]
et expresse comandiamo a te, Lorenzo di Matteo Strozzi, rilegato e confinato del nostro Comune, che, veduto la presente, tu debbi comparire e venire nel nostro contado e distretto, insino alle mura della nostra città, non entrando in alcuno modo in detta città di Firenze; per informare il nostro Uficio di quanto sarai richiesto a "quello appartenente. E così per nostro obtempto partito, e per virtù di nostra balia, s'è deliberato e fatto che tu venga, stia e ritorni a' tuoi confini, liberamente e senza alcuno tuo preiudicio o damno; e che per questa venuta non s'intenda in alcuno modo aver contrafatto alla tua, confinagione e relegazione, ma intendasi tu essere come se qua venuto non fussi: perchè tutto si fa per bene del nostro reggimento. E così ti si comanda venghi sicura. mente in persona e beni, non obstante alcuna cosa in contrario disponente: e abbi tempo tutto marzo prossimo futuro de l'anno 1465 a ritornare a' tuoi confini, e quegli osservare come prima. E così ti si comanda, per nostra parte e del nostro Uficio debbi venire e ubbidire a' nostri comandamenti, sotto pena della nostra disgrazia, indignazione e balia: altrimenti contro di te si procederebbe in modo, che a te e alle tue cose sarebbe danno gravissimo. Alia pro aliis ad presens non sunt tibi inponenda. Vale felix. Dat. Florentie, in loco nostre solite residentie, sub die sexto mensis februarii MCCCCLXIIII. OCTO CUSTODIE ET BALYE civitatis Florentie. =


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