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Lettere di una gentildonna fiorentina del secolo xv ai figliuoli esuli Frontmatter and Commentary Edited by Cesare Guasti Firenze: G. C. Sansoni, 1877 LETTERA QUARANTAQUATTRESIMA: ANNOTAZIONI |
ANNOTAZIONE A
[p. 389] Del non essersi potuto ottenere che Lorenzo entrasse in città, così si scusavano a Filippo due de' cittadini prin. cipali che si erano adoperati molto per lui. Dietisalvi Neroni scriveva il dì 14 di febbraio, mentre stava per partire per la sua legazione di Milano:
[p. 390] Messer Angelo Acciaiuoli, il dì 5: = Inteso ch'io ebbi da tua madre, et di poi per la tua lettera del potere avere licenzia del venire qui, et conoscendo e modi nostri; parlai con questi principali, monstrando ch'io intendevo che la Maestà del S. Re ci voleva richiedere per sue faccende di mandarti qui, monstrando loro quanto al S. Re sarebbe grato; et a noi portava niente. Et se pure deliberassino non compiacere di questo al Re, arei caro intenderlo, perchè m'ingegnerei operare che il S. Re non ce ne richiedessi. seguito quanto intenderai da Tomaso Ginori. Sono cose che non si possono in simili Governi combattere. Priegoti che tu mi perdoni di quello ti scrissi: io nil fidai della fede di chi non l'ha voluto osservare. Raccomandomi a te, e per ora non ti dico altro. = La scusa era di questo, che a' 15 dicembre l'aveva assicurato che, venendo lettere di chiesta dal Re, avrebbe ottenuto il salvocondotto. Poi scriveva il dì 9 febbraio: = Lorenzo tuo dovrà essere qui alla porta questa sera: e fiagli fatta la licenzia dello intrare drento. Sarai suto avvisato da questi tua come la cosa è passata. E non fare caso di questa difficultà. = E poi il 16:
= Io ti scrissi e poi ti riscrissi di quanto era seguito delle cose di
Lorenzo. Increscemi, e vergognomi de' modi E il cognato Giovanni Bonsi scriveva a Filippo a' 19 d'aprile: = Io non ti potrei dire quanto la venuta di Lorenzo è suta buona e onorevole, e datovi assai riputazione: e con tutto che non ottenessi de l'entrare dentro, nel cospetto de' più è come se ci fusse entrato, considerato la cagione... Chi poteva, non volle avesse il desiderio suo. Tutto si vuole stimare sia stato per lo meglio. Or resta venire a l'ultima pruova; della quale tu, che se' in sul fatto, saprai e pigliare il tempo e 'l modo e 'l quando: e noi di qua aspetteremo il tempo tuo. = Ved. la Lettera XXXIX, a pag. 346.
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