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Alessandra Macinghi Strozzi
Lettere di una gentildonna fiorentina del secolo xv ai figliuoli esuli
Frontmatter and Commentary
Edited by Cesare Guasti
Firenze: G. C. Sansoni, 1877

LETTERA SESSANTANOVESIMA: ANNOTAZIONI


ANNOTAZIONE A

[p. 581]
Tra questa lettera, ch'è del febbraio 1466, e la seguente corsero bene tre anni: e di questo tempo non abbiamo lettere. Ma due cose avvennero di grande importanza per la nostra Alessandra negli anni 66 e 67; il ritorno dei figliuoli esuli, e il matrimonio di Filippo. Il ritorno venne in conseguenza del gran mutamento che accadde nello Stato dopo la congiura contro Piero de' Medici, onde rovinò la parte a lui contraria. Allora, fra' decreti di proscrizione, la Baria ne fece alcuni di restituzione; e questo, fra gli altri, da tanti anni desiderato dalla Nostra. È del 20 di settembre 1466, e sta a c. 16-18 del registro delle Deliberazioni della Balìa del 1466.

= Magnifici et potentes Domini, domini Priores libertatis et Vexillifer iustitie populi Florentini, visa et diligenter examinata infrascripta vulgari scriptura, cuius tenor est, videlicet: - Rivolgendosi spesso nell'animo i magnifici e potenti Signori, signori Priori della libertà e Gonfalonieri della giustizia del popolo Fiorentino il gran beneficio ricevuto, nelle novità di prossimo passate, dal sommo Dio, per cui grazia solamente, e non per alcuna operazione umana, questa città e tutto il vostro popolo fu liberato da tanta ruina, quanta manifestamente si vidde essergli stata ordinata e condotta a dosso da' suoi proprii maligni e perversi cittadini, e della quale pare che ancora non solamente la città e il popolo vostro, ma tutto il vostro contado e distretto ne stia in anxietà e tremore e dolore: e pensando del continuo a quello che per questa Signoria si potesse fare per rendere principalmente, in
[p. 582]
qualche parte, debite grazie all'Eterno Dio di tanto beneficio a noi conceduto; e che oltra questo, in scambio dell'affanno e terrore e dispiacere in che s'è trovato o truova il vostro popolo e tutti i vostri subditi, si desse loro qualche giocondità e conforto e piacere: et a questo effetto fare, considerando che buon numero di vostri buoni cittadini per difetto d'altri, piuttosto che per loro, per altre novità state nella città vostra pe' tempi passati, sono stati admoniti interdetti relegati e confinati, di che eglino e le loro famiglie e chi gli ama ne sono stati lungo tempo et ancora stanno in grande afflizione e dolore; è paruto e pare cosa molto conveniente a questo tempo, per amore di Dio et a suo onore e riverenza principalmente, e per consolazione e conforto e piacere del vostro popolo e de' vostri subditi, provedere per modo che non abbino a stare più nelle pene et oblighi di dette admonizioni e confini, ma da quegli in tutto pel tempo da venire sieno liberati e assoluti; maxime veduto la loro pazienzia et obedienzia et i buoni portamenti che sempre hanno fatti ne' tempi che così sono stati admoniti e relegati; e però si provede, ec. - I nomi degli admoniti e confinati sopraddetti, i quali sono liberati et absoluti per questa provisione, sono questi, cioè: ... Filippo di Matteo di Simone degli Strozzi e fratelli, ec. =

Filippo a' 27 di novembre del 1466 era in Siena, e l'annunziava alla madre con gaudio: « Domani mi partirò, se 'i tempo non fussi già troppo cattivo, chè nevica e piove. Pure a ogni modo andrò alla Castellina, o a San Giorgio, e sabato sarò a San Casciano: e li aspetterò qualche lettera da voi; e domenica sera, piacendo a Dio, m'arete costi. Fate che vi sia da cena altro che salsiccia, come mi mandaste a dire ».


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