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Alessandra Macinghi Strozzi
Lettere di una gentildonna fiorentina del secolo xv ai figliuoli esuli
Frontmatter and Commentary
Edited by Cesare Guasti
Firenze: G. C. Sansoni, 1877

LETTERA SETTANTADUESIMA: ANNOTAZIONI


ANNOTAZIONE A

[p. 607]
Questi movimenti civili, di cui parlano le Storie, erano. conseguenze delle pratiche che facevano i fuorusciti del 66; ora che, morto Piero de' Medici, credevano d averla a fare con due giovani inesperti delle cose distato ! Della morte di Piero non è fatta parola in queste Lettere, perchè dal luglio del 69 saltano all'aprile del 70. Ma nei carteggi Strozziani sono documenti assai importanti, de' quali piacemi recare, per il bene che voglio a Marco Parenti questa sua lettera con un polizzino, donde abbiamo particolari che non credo conosciuti. Anche gli storici parlano dell'adunarsi che fecero in Sant'Antonio i Medicei per sostenere i figliuoli di Piero in quel dubbio momento; ma qui ci par di vederli e sentirli. Noterò poi che comunemente è posta la morte di Piero a' 3 di dicembre, mentre si prova da questi documenti che egli morì la sera del 2. La lettera è scritta a Filippo Strozzi, ch'era in Napoli, e ha la data del 3.

= Iersera, come piacque a Dio, circa ore una di notte e prima, secondo che m'è detto istamane, che iersera nollo seppi, passò di questa vita la benedetta anima di Piero di Cosimo; che Iddio gli abbi misericordia, e presti della sua grazia e conducalo a porto di salvazione: e i suoi e noi che rimagnamo guardi e conservi da ogni pericolo
[p. 608]
più tempo che è stato giudicato da ognuno di brieve vita: niente di meno, alle condizioni in che oggi ridotta la terra nostra, ella gli era disiderata lunga, pare sie mandato troppo presto a' bisogni che occorrevano. on è piaciuto a Dio concedercelo più: dobbiamo adonche avere pacienzia e confortarci con questi che ci restano di somma prudenza e bomtà, secondo uomini. E figliuoli sono molto confortati da tutti e cittadini principali e gli altri, e così credo che saranno avuti in buona condizione....Tenuta a sera. E oggi alle 21 hore o 22 si sotterro Piero. Non si invitò persona, ma da sè andorono le brigate. Niuna donna vi fu. Fessi una vigilia da' prieti di Sam Lorenzo, Frati di Sam Marco, de' Servi e della Badia di Firenze, e non altri. Uscì fuori di casa la bara, entrovi lui coperto del drappo e panno nero, come s'usa per gli uomini comuni, con pochi torchi inanzi, portata da Piero di Boccaccino, Francesco Tatagli, Niccolò Federighi, e simili. Dietro alla bara, nella prima Squadra era messer Carlo di Cosimo e Pierfrancesco in mezzo dello 'mbasciadore del Re e del Duca. Nella seconda, Lorenzo in mezzo del signor Ruberto e 'l vescovo Mariano. Nella terza Giuliano con messer Luca Pitti e messer Tommaso e messer Giovanni greco: poi -messer Gentile. Tutti questi vestiti di panni imbastiti. Poi gli altri de' Medici, secondo l'età, in mezzo de' parenti di casa, ma none con panni imbastiti, ma con cappucci e mantegli corti neri. E andonne a Sam Lorenzo, dove era acconcio di cera mediocremente, e tornoronsi a casa e ognuno si partì, come e di nostra usanza, e non se ne fece altra cerimonia. Le messe faranno dire in Più luoghi sanza dimonstrazione alcuna. Questo ordine non fu d Piero, perchè poco poteva parlare, e non te testamento, ma fu di chi è restato e chi gli ha consigliati.
[p. 609] Lorenzo al tornare dal morto piagneva molto per la via. Lui e Pierfrancesco si sono fatte molto grande proferte, e i loro attendono a tenergli uniti. Vedremo il fine. =

= A dì 3. Iersera si ragunò in Sancto Antonio circa 500 cittadini d'ogni sorta, e stettonvi da ore 1a e ½ per insino a 2½. Messer T.o Soderini fa il primo dicitore; poi messer R.o Pandolfini; poi messer Manno: e dissono in questa sentenzia: Che avendo gli usciti sempre aspettato la morte di Piero, che ora e' vegghierebbono: però confortavano a stare uniti; che così faccendo si difenderebbono da ogni contrario, e che e provedimenti del Comune si faccino unitamente, acciochè se ne conseguiti la pace; altrimenti e fatti nostri andrebbono male. Dipoi soggiunse, che sendo stato la casa di Cosimo sempre favorevole a' popolani, e fatto tanti beni alla città, essendone rimaso si buono seme, che s'abbino per racomandati e sieno favoriti, istimando ch'egli andranno secondo le vestigie loro. E faccendosi per tutti gli altri uditori uno basso favellìo, doppo le dicerie, quasi uno tacito consentimento; messer Domenico Martelli, a modo che si fa ne' Richiesti, quando uno dice per molti, si levò ritto fra loro, e rispuose per tutti, che coll'opere farebbono quanto s'era proposto. E ognuno si partì. Fu una cirimonia, e stimasi atto di poco pondo. Ieri, inanzi che Piero morissi, gran gente andava a vicitare e figliuoli che stavano insieme in camera di Lorenzo, e confortavangli e offerivansi loro. Così istamani. Istasera tutti questi tu m'intendi andavano a casa a lui. Che faranno, non so; vedremo.

Giovanni Tornabuoni andò istamani a buon'ora a Roma, dicesi con provedimento ec.: non so altro. Piero
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s'è morto più presto non si credeva. Non s'è confessato, nè detto nulla a' figliuoli nè a persona. Guatava chi v'andava, e stava cheto.=

ANNOTAZIONE B

Con questo presentimento della morte vicina, chiudono bene le Lettere dell'Alessandra. Ella visse ancora dieci mesi e mezzo, essendo morta il 2 di marzo del 1471, nell'età di sessantatre anni. Ho riferito nel Proemio il ricordo che del suo tranquillo passaggio fece Filippo nel Libro proprio di lei. Qui riferirò ancora tre documenti; che sono l'Inventario delle robe, povere robe, che servivano alla sua persona; dov'è anche detto l'uso pio che se ne fece, adempiendo alla sua ultima disposizione. Sta a carte 100 del Libro di madonna Alessandra, ed è di mano di Filippo. Poi una Ricevuta del Parroco, che forse assistè lei morente, scritta di proprio suo pugno a c. 105 del detto Libro: e finalmente una Lettera della superiora delle Monache Murate, che ringrazia Filippo della carità, lo conforta cristianamente nella perdita della madre, e della madre parla con affetto. Così compiesi con una lettera di donna religiosa il volume delle Lettere di una donna che ebbe sempre nel cuore i figliuoli.

        = MCCCCLXX.

Nota di panni e altre cose per uso di mona Allesandra trovate in casa questo dì 4 di marzo; che disse a Filippo, tutto voleva fussi dato per l'amore di Dio. E prima: 5 cioppe nere, tra buone e triste. 1.a cioppa di guarnello nero, trista, per casa. 1.o gamurrino bianco. 1.a gamurra mormorina. 1.o fodero bianco. 1.a gamurra di saia nera, vecchia. 1.a gamurra di rascia nera, nuova. 1.o mantello nero per in capo. 1.o mantello nero per le
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spalle, tristo. 3 paia di calze. 8 camicie. 1.o paio di maniche di panno bianco comesse a l'antica. 2 berette. 2 cuffie. 5 sciugatoi.

Distribuite come appresso:

Alle monache di Fuligno, 2 camicie, 2 berette, 2 cuffie. Alle monache delle Murate, 2 cioppe nere, le migliori, 1.o fodero bianco, ½ lenzuolo. Alla Caterina nostra schiava, 1a cioppa nera, 3 camicie, 1.o paio di calze. Alla Caterina nostra fante, 1.o paio di calze, 1.a camicia, 1.o sciugatoio. Alla Simona balia, 1.o paio di calze, 1.o gamurrino bianco, 1.a camicia. A l'Isabella figliuola fu di Iacopo Strozzi, 1.a cioppa nera, 1.o sciugatoio. A mona Checca figliuola fu di P.o degli Strozzi, 1.a gamurra di saia nera nuova, 2 sciugatoi, 2 soggoli. A mona Vaggia degli Strozzi, 1.a gamurra, 1.o sciugatoio. =

= Io ser Francesco di Giovanni, rector della chiesa di Sancta Maria a Ughi di Firenze, ò riceuto questo di 15 d'agosto 1472 da Filippo di Matteo degli Strozzi una pianeta di domaschino bianche brochato d'oro con fregio richamato coll'arme degli Strozi et de' Macigni, la quale dà alla detta chiesa per l'anima di mona Lesandra lor madre, e per lui e per Lorenzo suo fratello: e per chiareza di ciò ò facto questo ricordo detto dì. =

        = Yhus.

Karissimo quanto maggior fratello. La pace del Signore, la quale excede ogni sentimento, permanga in voi sempre, ec. La cagione di questa si è per intendere come voi state. Appresso per condolermi insieme colla Umanità vostra della perdita aviamo avuta della benedetta memoria di mona Lessandra, la cui anima sia piaciuto il nostro Signore, per sola sua piatà, avere collocata tra
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gli eletti suoi in santa Sion. Confortovi, karissimo, ad non vi dare passione di quello che a tutti è comune: ma com buona patienzia sopportare, et attendere con diligenzia a quelle cose che alla benedetta anima sua sono utili; ciò è, messe, divote preci et orazioni. Et a questo io, una insieme con tutto questo sacro collegio e ceto virgineo aviamo atteso: e così seguiremo, però che ci è debito. Et etiam per voi che siate rimasi: che 'l Signore, per sua misericordia, vi mantenga; et infonda in voi la grazia sua, colla quale gli possiate piacere, e con quella. bene operando possiate a lui pervenire et in lui riposarvi. E con tutto che in me non sia virtù nè sufficienzia, per quello che io posso adoperatemi, che mi sarà piacere e consolazione. Item, ringraziovi della limosina de' panni ci mandasti. Fu a me e a tutte gratissima; perché, oltre allo averne necessita, sian certe fu com buono amore e perfetta karità: della quale vi renda Dio infinito premio.. Confortate la donna vostra e tutti per nostra parte. Altro non dico. La divina grazia abondi in voi. A dì 18 di marzo 1470. MADONNA DELLE MURATE. =

IL FINE.


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