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Alessandra Macinghi Strozzi
Lettere di una gentildonna fiorentina del secolo xv ai figliuoli esuli
Frontmatter and Commentary
Edited by Cesare Guasti
Firenze: G. C. Sansoni, 1877

LETTERA TRENTASEESIMA: ANNOTAZIONI


ANNOTAZIONE A

[p. 327]
Il primo giorno d'agosto morì Cosimo de' Medici nella sua Villa di Careggi. A Filippo non ne fu scritto dalla madre, come anche si rileva dalla seguente lettera del cognato Bonsi, che pe' particolari è assai curiosa, e da confrontare con i preziosi documenti pubblicati dal Fabroni nella Magni Cosmi Medicei Vita; Pisis, 1789.

= Al nome di Dio. A. dì xv di settembre 1464.

Risposta a una tua de' dì 20 d'agosto. E' non si scrisse prima nè per mona Alesandra nè per me la morte di Cosimo per l'essere in villa; e dipoi ancora stimando che tal morte si dovesse sentire più presto che per nostre. Feciono sei cittadini a potere onorare il corpo con grande altorità; e perchè lui si giudicò e volle che 'l corpo suo fussi messo in terra e non in cosa di rilievo o altezza, mi pare intendere ch'e detti onoratori osserveranno il giudicato, e faranno una sepoltura in terra di porfido; che non essendo ma' più usitata, sarà degnissima, e meritamente.
    Da poi morì le cose si passano dolcemente; e chi era grande, mi pare che rimanga. Iddio li tenga daccordo, e che ci governino bene. Li accoppiatori o'hanno a imborsare quest'anno son questi: Luigi Guicciardini, Lodovico di Cece da Verrazzano, messer Agniolo, Agniolo dalla
[p. 328]
Stufa, e Benedetto di Puccino di ser Andrea. Non mi distenderò troppo in più dirti, perchè io ho inteso che messer Agniolo partirà lunedì, e viene a trovare il Re in Abruzzi: e se farai tuo dovere, l'andrai a trovare; che t'è grande e buono amico, e con lui potrai conferire tutto il bisogno tuo.
    Per ancora non ci è che l'Ardinghello sia tornato: parmi abbi preso buon partito a mandarvi Tomaso; perchè in vero, secondo me, e' ne fanno poco conto di dartene se non parole. E detto Tomaso persona fattiva, e con l'aiuto ch'io stimo li darai, ne doverai venire a qualche fine: e sopra tutto ti ricordo il fare d'avere qualche lettera del Duca a que' prencipali cittadini, e massime a' Malvezzi.
    Èssi fatto elezione di sei ambasciadori a Nostro Signore: l'Arcivescovo di Pisa, messer Carlo Pandolfini, messer Otto, Tomaso Soderini, Luigi Guicciardini, e Bonaccorso di messer Luca Pitti. Doveranno ire bene in punto. E da Vinegia c'è, ch'egli hanno eletti dieci imbasciadori, e che gli manderanno benissimo in ordine.
    La morìa ci fa da due a tre, sanza li Spedali: ècci speranza che in questo rinfrescare dell'aria ella migliorrà. Siamo sani, e stianci dolciemente alle Selvi. Iddio conservi e voi e noi quant'è di suo piacere.
    Io ti priego adoperi in qualche modo a dar fine a que' mia resti di drappi, a cagione che tu abbi tuo dovere, e ancora io ne vegga conto e quel resto vi fusse. E pensa qualche volta al fatto mio; che s'io non ho per il tuo mezzo qualche utile, ho a star sempre in bisogno d'un fiorino.
Nè più per questa. Sono a' comandi tua: e raccomandami a Lorenzo: che Iddio felice vi conservi. Tuo Giovanni Bonsi, in Firenze. =

ANNOTAZIONE B

[p. 329]
Medici, di cui è parola nelle precedenti Lettere.

ANNOTAZIONE C

Ben informata si mostra l'Alessandra; chè veramente negli ultimi tempi della vita di Cosimo messer Agnolo Acciaiuoli non si trovava nel favore della parte che più poteva; quantunque fino dal 1433 l'avesse tanto servita, da esser tutto cosa de' Medici. Vespasiano nella Vita dell'Acciaiuoli ce ne dice le cagioni; e a quella rimando il lettore.

ANNOTAZIONE D

Anche la storia conosceva la nostra Madonna. Vedasi l'Ammirato, Storie Fiorentine, lib. XI; e Tanfani, Niccola Acciaiuoli, studi storici ec. (Firenze, 1863), cap. IX.

ANNOTAZIONE E

Di Piero de' Pazzi scrisse Vespasiano la Vita; ma non dà particolari della sua morte. Fra le molte lodi, non tace ch'era così grande spenditore, da meritarne più biasimo che commendazione.

ANNOTAZIONE F

Puccio fu cominciatore della ricchezza e potenza di una Casa che fu di tutto debitrice ai Medici; quantunque
[p. 330]
sotto il principato si scostassero i Pucci dall'antica clientela tanto, da congiurare contro ai primi granduchi. Antonio, di cui qui parla la Nostra, fu più volte gonfaloniere; e a proposito di quanto è detto del suo far elemosine e dare per amor di Dio, vien fatto di citare quello che lo stesso Antonio fece alla Nunziata. Di che vedi Il Santuario della Santissima Annunziata di Firenze, Guida storico-illustrativa ec. (del Padre Pellegrino Tonini); Firenze, 1876. Ma di costui si torna a parlare più volte.


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