GIUDIZI DELLA STAMPA SULLE OPERE DI Annie Vivanti
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GIUDIZI DELLA STAMPA SU «NAJA TRIPUDIANS»
Corriere della Sera (Ettore Janni)
Ed ecco ora il romanzo che avvince e fa rabbrividire, l' opera
d' arte che spicca il volo dalla realtà ed è fantasia, Naja Tripudians
di ANNIE VIVANTI. L'idillico e il tragico vi fanno un violento
contrasto…. ma l' idillio è come una maschera lieve che
cade e scopre il volto dell' orrore.
La catastrofe è presentata con una potenza a cui non si resiste.
Singolare nella sua sobrietà formidabile è la chiusa.
Un romanzo che non si confonde con gli altri: la voce che
canta più alta e più sicura sulle mediocri orchestre e sui cori
sguaiati.
Il Secolo (Paolo De Giovanni)
…. Un fiume di delicata poesia.
Giornale d' Italia (Diego Angeli)
…. E in queste parole è tutta la morale e tutta la spiegazione
del bello e crudele romanzo che ANNIE VIVANTI pubblica in
questi giorni pei tipi del Bemporad di Firenze. Bello e crudele
e sotto un certo punto di vista altamente morale nella sua immoralità….
Quest' ultimo capitolo ha la durata di poche ore,…
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capitolo terribile, dove la descrizione di quella società equivoca
è descritta con grande sapienza e dove tutti i vizî — dall' omosessualità
alla cocainomania, dall' ubriachezza dei liquori forti allo
stupore dell' oppio, dalle sottili dissertazioni sul godimento e sul
desiderio, alla rivelazione brutale della voluttà — sono trattati
con mano maestra.
…. E Annie Vivanti è un' artista e il suo romanzo è tanto
più pericoloso in quanto che è più bello.
Idea Nazionale (Umberto Fracchia)
Naja Tripudians si legge con foga. Ecco stabilita la superiorità
di questo romanzo femminile su tanti romanzi maschili che
sono terribilmente noiosi….
Il Marzocco (Luigi Tonelli)
…. Qui abbiamo una scrittrice nel vero senso della parola, che
concepisce con potenza d' intelletto, e s' esprime con una sicurezza
ed efficacia mirabili. In Naja Tripudians riconosciamo l' autrice
sorprendente de I divoratori, fosca di Circe, violenta e smagliante
di Vae Victis: la creatrice d' immagini sfolgoranti, la coniatrice
di frasi sintetiche e potenti, la calcolatrice sapiente d' effetti irresistibili.
È impossibile resistere al fascino di questa scrittrice interessante
che quando pare abbandoni, ti riprende di colpo, e t' inchioda allo
scrittoio, finchè hai letto l' ultima pagina…. che ti lascia scosso
e turbato fin nell' intimo dell' anima.
Il Tempo (Nicola Moscardelli)
Qui tutto è logico, naturale, musicale: il racconto precipita verso
la conclusione fatale, così, come quella notte precipitava verso
l' alba. Con quale modestia di mezzi è descritta l' aria in cui vive
la mondana!
Come leggermente si insinuano nell' anima delle due colombe i
profumi e gli stordimenti emanati da quel mondo nuovo…. accennando
appena un particolare, come una piccola fiammella che
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s' apre e chiude improvvisa, come se una musica sonnolenta impregnasse
di sè tutta l' aria, scivolando, le immagini si precisano,
emergono, si realizzano.
L' impressione che dà il libro è profonda e profondamente morale:
è l' orrore del male, la nausea per il vizio, il ribrezzo per
la impurità scandalosa delle città cosidette morali.
Nuova Antologia
Tutto il romanzo è un potente contrasto tra l' innocenza più
pura e la depravazione più abbietta. A pagine fresche come un
riso di puerizia, seguono pagine torbide di una drammaticità che
turba e commuove.
L' Italia che scrive (Fernando Palazzi)
Qui veramente Annie Vivanti s' è abbandonata a sè stessa, ha
svelato sè stessa. Forse non s' è neppure accorta di fare dell' arte,
perchè in fondo non ha fatto altro che confidarci l' anima sua. Io
non conosco Annie Vivanti, se non da un verso del Carducci….
ma noi conosciamo adesso la vera fisionomia dell'anima sua, che
è bionda, romantica, timida, ingenua, sentimentale, fanciulla.
Si è discusso se Naja Tripudians sia o no il capolavoro di
Annie Vivanti. Io capisco benissimo come altri possa preferire i
Divoratori o Vae Victis, romanzi assai più forti. Io preferisco
Naja Tripudians, specialmente per la dolcezza.
Tutto (Cesare Sobrero)
Ecco un nuovo libro casto ed orribile ad un tempo…. Casto
poichè la scrittrice riproduce le impudicizie col ferro rovente di
una nausea profonda, di una desolazione accorata. Orribile, poichè
la degenerazione psichica, e non psichica soltanto, vi è riprodotta
colla precisione di altrettanti casi clinici…. Ricercando i gradi di
parentela che possono esistere fra Naja Tripudians e le opere di
altri artisti, viene fatto di pensare che Annie Vivanti abbia invocato,
compiendo la sua nobile fatica, due grandi ombre: Victor
Hugo ed Octave Mirbeau. Victorughiana è la concezione del libro
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per il senso profondo dei contrasti, per la tragicità del contenuto
umano. La seconda parte del volume, cioè le pagine vigorosamente
realistiche ricordano invece le acri, inesorabili pitture di
Mirbeau.
…. Raramente in un libro, evocazione fu più dolorosa, pittura
più straziante, lettura più struggente di questa orribile profanazione
impunita.
I libri del giorno
…. Qui veramente la forza del libro sta nella poesia della forma,
nella efficace evocazione degli ambienti, nella leggera e quasi
trasparente musicalità dei periodi. Il libro incomincia con capitoli
di una delicatezza e di una grazia squisitamente femminili….
qualche cosa che fa pensare alla freschissima «Primavera» del
Grieg.
…. Ma a un punto la tinta rosea del romanzo viene interrotta
improvvisamente da qualcosa di oscuro e misterioso…. Le pagine
si fanno inquiete; a quel profumo di innocenza che aveva fin qui
accompagnato il racconto si mescola uno strano e tentante odor
di peccato.
…. Corre per tutte le frasi come un misterioso brivido, un
serpeggiare di febbre.
Aprire il romanzo e leggerlo è come entrare in una serra dove
tra i più semplici e delicati mughetti, alcuni strani fiori effondono
un loro acuto e perverso profumo. Non si ha il tempo e forse
nemmeno il coraggio di avvicinarli, tanto quel profumo ci prende,
ci stordisce, ci travolge. Esciremo dalla serra, opporremo gli occhi
e la fronte ai rudi baci del vento, ma il ricordo di quei
terribili fiori resterà a lungo entro di noi, come di un sogno bello
e perverso….
Il Giorno (Carlo de Flaviis)
Pagine belle e tristissime; due piccoli mondi; scolpito, il primo,
con una perfezione d' arte impeccabile, descritto il secondo, con
una verità a volte piena di impudica baldanza a volte piena di
titubante sgomento.
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La Chiosa
Tutta Annie Vivanti è qui: con le sue mani cariche di poesia
ch'ella profonde in così bizzarro modo: qua, là, dovunque un
dettaglio svegli la sua vibratilità, soffermi la sua commozione, desti
la sua sensibilità.
Non ci soffermeremo a evocare le bellissime tra le molte belle
pagine del romanzo. Al pari di tutti i libri della Vivanti esso afferra
alle prime pagine e non lascia più.
L' interesse che suscita vi è graduato così che dall' incantesimo
di una dolcezza piana e serena si passa a poco a poco per tutti
gli stadi dell' ansia e della trepidazione fino a raggiungere l' angoscia
piena d' orrore che strugge l' anima alla fine del racconto
e del libro. Si esce da questa lettura sotto il peso di un incubo.
Poesia! questo è il segreto di Annie Vivanti. Il segreto della
sua malia e della sua arte; dei suoi occhi ancora pieni di stellante
azzurro e dei suoi libri sempre saturi di freschezza; della sua giovinezza
sempre intatta e delle sue pagine sempre avvincenti.
La Donna (Nicola Moscardelli)
Il libro si chiude con un senso di soffocazione.
Sebbene sia composto con un'arte squisita, nulla rivela in esso
l' artefizio, nel quale era così facile cadere…. Non c' è nulla da
aggiungere, e nulla da togliere.
Don Mirzio
Squisitezze psicologiche, gioielli d'osservazione, un profumo di
grazia inarrivabile…
Gazzetta di Messina (G. Gigans)
Colei che seppe costruire coll' aiuto del suo potentissimo genio
un'affascinante vicenda — divoratori —; colei che seppe nel poema
vibrante di verità accomunare la fede al dolore — Vae Victis —
…. ci regala quest' opera semplice e possente.
La Vivanti quando vuole appassionare il lettore, sceglie un argomento
semplicissimo, un argomento di vita vera.
Questa la sua arte. La semplice verità.
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La Scuola (Antonio de Filippis)
Il poeta è vate. Gli basta uno sguardo, ed egli intravede il
futuro. — Carducci, da profeta, intravide il genio di Annie Vivanti
e disse: «canta!».
…. Annie dimostrò il suo vero temperamento di artista col
romanzo. Nel romanzo appare grande, perchè originale, strana,
ardita, ma sempre vera. Tutta la vita di Annie è una battaglia
contro la ipocrisia…. E con Naja Tripudians ella compie una
lotta ancor più potente.
Storia triste che risalta sulla tavolozza di un Rembrandt!
Il Pungolo (Giuseppe Scaglione)
La poetessa squisita di «Lirica» la narratrice intensamente
drammatica dei casi pietosi e terribili di Maria Tarnowska, l'autrice
di «Zingaresca» di «Vae Victis» di «Bocche Inutili»
ha creato ancora un' opera di grande bellezza artistica e di appassionata,
travolgente poesia. Sopratutto da questo ultimo libro
bisogna veramente riconoscere ad Annie Vivanti, una grande forza
di pensiero e di forma; di pensiero ricco, elevato, profondo, di
stile deciso, rapido, serrato, in alcuni momenti quasi convulso.
Ella non soffre infingimenti e contraffazioni del pensiero e della
forma. Ribellandosi a falsare la propria natura impetuosa e serena,
e la natura delle cose e degli uomini, porta nei suoi libri
una veemenza ed un pathos, una sincerità di vita che incatena
l'attenzione del lettore di pagina in pagina e di libro in libro, con
un continuo crescendo.
I suoi libri sono morali, non di una morale stentata, arcigna
e cattedratica, ma libera e spontanea.
Con quale signorilità e sicurezza d' intuito, con quale potenza
di analisi e semplicità di espressione è narrato questo documento
umano così tragico e così patetico!…
Il Pungolo (Rodolfo Guido de Marsico)
…. Questa la vicenda di «Naja Tripudians». Vicenda terribile
che martoria lo spirito, che esaspera, che accende una ribellione,
che ci fa bestemmiare la vita!
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E più terribile è il romanzo perchè scritto da una artista. Annie
Vivanti ha adoperato i colori più delicati, le sfumature più
evanescenti, perchè più fosca noi sentissimo la tragedia che quella
luce distruggerà.
Don Quichotte (Parigi)
…. Madame Vivanti y confirme une fois de plus son grand
talent. Ces derniers chapitres constituent un morceau de haute
littérature horrifique.
GIUDIZI DELLA STAMPA INGLESE SU «I DIVORATORI»
Herald
Qui ci troviamo davanti a quella rara cosa — un' opera di genio.
Telegraph
Questo meraviglioso libro è un' opera di bellezza creata da chi
possiede il più grande dono dello scrittore — lo stile.
Daily Mail
Questo romanzo, scritto da un poeta, ha tutta la ossessionante
potenza della poesia.
The Times
Con questo libro Annie Vivanti ha compiuto un' opera stupefacente.
Scegliendo un tema finora non mai trattato da un romanziere
essa ci ha dato un libro del più strano ed avvincente fascino.
Truth
È un' opera di genio questa di Annie Vivanti. In essa vi è una
forza ed un pathos, una veracità di vita e di natura, che ci tengono
incatenati dalla prima all' ultima pagina.
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Fortnightly Review (Georges Brandès)
La vera forza di questo libro sta nello stile, ora morbido e delicatamente
allusivo, ora fluente e fantastico. Annie Vivanti è maestra
nell'arte di evocare un ambiente, dandone la speciale atmosfera
ed illuminazione. Nel humour è scintillante come una Rosalinda
Shakespeariana.
Quest' opera per quanto scritta in prosa, deve essere giudicata
come poesia. Difatti essa ci fa l' impressione, non di un lungo,
ma di un grande poema….
GIUDIZI DELLA STAMPA SU «VAE VICTIS!»
Il Popolo d' Italia
È sopratutto, un magnifico romanzo; è un' opera di arte d'alto
valore e della più schietta ispirazione; è uno studio di psicologia
pieno di profondo e delicato acume; questo in primo luogo; poi
è anche, fortunatamente, un fiero grido di battaglia e un' opera
buona, generosa e santa.
Ha la felicità e sicurezza d' intuito e la potenza d' analisi che
Annie Vivanti rivelò primamente in quei Divoratori ch' ebbero
così alta e vasta fama nella letteratura internazionale. Ha lo stesso
procedere rapido, passionale, travolgente.
Giornale del Mattino
Poema dolorante e poema di fede insieme, attraverso ad una virtù
di narrazione vibrante come un sonito di guerra. La nostra letteratura,
oggi, si è arricchita d'un nuovo potente documento umano.
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GIUDIZI DELLA STAMPA INGLESE
«Observer»
Questo è il più tragico e memorabile dei romanzi.
Sir Conan Doyle (il creatore di Sherlock Holmes)
Un libro veramente terribile e veramente potente.
Non ho mai letto nulla che mi abbia fatto realizzare con tale
forza ciò che la guerra significhi per il paese invaso.
North Mail
Annie Vivanti Chartres, mediante la grande e perfetta sua arte,
ci presenta l' agonia del Belgio in una narrazione da allegarsi ad
altri raccapriccianti documenti di guerra.
È un libro di cui la lettura s'impone, come dovere e come necessità.
E un libro che porterà lontano negli spazii dell' avvenire, l'eco
del più nefando crimine che il mondo abbia conosciuto.
Land and Water
«Vae Victis» è un libro da esporsi in ogni luogo dove un
pacifista osa alzare la sua voce.
Morning Post
Se questa potente e magnifica opera potesse essere largamente
disseminata sarebbe un possente mezzo per rinforzare la nazione
nel suo intento di proseguire la guerra fino a che la lotta contro
la «Peste Grigia» non si chiuda col trionfo dell'umanità.
Sidney Walton nel Courier
Quando la superba forza della Prussia morderà la polve come
Niniveh e Tyro, quando sulle tombe dei suoi maledetti imperatori
giocheranno i fanciulli di un' altra generazione, questo libro di
Annie Vivanti Chartres rimarrà quale sacro memoriale dell' innocente
Belgio e parlerà ancora con terribili accenti all' umanità.
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GIUDIZI DELLA STAMPA SU «CIRCE»
Corriere della Sera
Annie Vivanti ha composto un' opera di spasimante umanità e
di bellezza…. Col suo nobile ingegno e col suo istinto poetico, ha
dato delle memorie di Maria Tarnowska una interpretazione che
ha una sua poesia intrinseca…. un romanzo che appassiona di capitolo
in capitolo, intensamente, che è tutto profumato, nel suo
tetro groviglio, di passaggi candidi e luminosi….
Pall Mall Gazette
Documento umano di meraviglioso e soggiogante interesse.
Una combinazione di poesia e di verità sul modello dato da
Goethe…. Narrazione di maestria vivida e potente.
Mail
Raramente accade di trovarsi dinanzi ad un documento umano
di così tragico e patetico interesse.
Times
Annie Vivanti Chartres ci ha dato un documento umano di
straordinario fascino, uno studio dell' aberrazione del temperamento
femminile e della psicologia del crimine che ci lascia turbati e
atterriti.
Le Journal (Ernest La Jeunesse)
….Le hasard d'une conversation a jeté Annie Vivanti, romancier
frémissant, poète profond, sur le nom de la prisonnière, sur
l'acte, sur le secret de cette histoire. Un ami lui apporte un manuscrit
de la condamnée, un cahier de classe haché d'une écriture
régulière, élégante, indifférente, un carnet de bal — de quelle sarabande!
— sur papier rugueux. Elle se passionne et son génie
divinatoire, fraternel dans la peine, évocateur, transfigure ces pages
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mornes et qui n'ont que la scéau du malheur. Elle obtient de voir
— avec quelles difficultés! — la reclusionnaire dans sa maison de force.
Quelle révélation! Elle discerne, dévoile, retrouve une petite
fille, une éternelle enfant vagabonde dans ses pensées et dans ses
voyages, étonnée de se marier de n'être pas aimée de sa beauté
étonnée de devenir femme, de devenir mère, étonnée de sa beautè
qu'elle ne découvre, qu'on ne découvre que tard. Et tout se précipite
dans ses étonnements. C'èst avec stupeur qu' elle apprend
de lui le désir et le dégoût, qu'elle se donne, au plus beau lancier
du monde, quelle le voit mourir dans ses bras, longuement, tué par
l'époux soudainement jaloux — pourquoi? C'est une surprise
pour elle de trouver au chevet d'une amie d'enfance qui l'a appelée
pour mourir celui qu'elle doit faire mourir, le mari de l'agonisante
Emilie Kamarowska….
Mais je ne veux pas déflorer l'oeuvre inoubliable d'Annie Vivanti.
C'est un lucide et incessant tourbillon d'action, de rêve,
d'incoscient, de fatalité. C'est harmonieux et terrible, c'est la vérité
et c'est l'art.
Les paradis artificiels chantés par Thomas de Quincey et Charles
Baudelaire flottent autour de plus lourdes ivresses et apportent leur
relief inconsistant à des paysages d'âme dignes de Dostoîewski.
Le mélodrame se purifie en élégie, sans perdre rien de son intensité,
de sa fureur, de sa furie. La plus rare, la plus universelle émotion
fait palpiter ces pages de fièvre, cette reconstitution idéale et
forcenée…. Et sur cette beauté éparse et condensée, au dessus
du sang apaisé et la fange bue par le soleil, les grandes ailes de
la pitié apportent tout le ciel et tout le rêve….
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