LE LAUDI
DI
LUCREZIA DE' MEDICI

IN PISTOIA
LITO-TIPOGRAFIA FLORI

1900

Edisione di C esemplari numerati

N°ree; 43

(Magl. VII, 1159)1 Indico cosi in parentesi via via il testo che prendo a fondamento.

Ecco el Messia - e la madre Maria. Venite, alme celeste, Su dagli eterni cori, Venite e fate feste Al signor de' signori;2 Cfr. il v. 14 della 1. II e il v. 11 della 1. III. Vengane3 Il cod. Borr.: Venga. e non dimori La somma gerarchia.4 Il cod. Borr.: ierarchia. Venite, angioli5 ll cod. Borr. e il pal.: angeli. santi, E venite sonando; Venite tutti quanti, Gesù6 A proposito di questa parola devo avvertire che nelle stampe e nei mss. a volte si trova Gesù, a volte Iesù. Io ho creduto di dovere adottare sempre la stessa forma, e poichè è probabile che la grafía Iesù sia una reminiscenza del latino e nella pronunzia si avesse sempre Gesù, ho preferita questa seconda maniera. Cristo lodando7 Il cod. Borr.: laudando. E la gloria cantando Con dolce melodìa. Patriarchi, venite, Venite festeggiando: Levato v' à la lite,1 Il cod. Pal. e la st.: Levate via, il cod. Borr.: Levata è via. Cavato v' à2 Il cod. Borr.: ci à. di bando; E venite lodando3 Il cod. Pal.: laudando. La vergine Maria. Venitene,4 Così il cod. Borr. e la st. Il Magl. ha col Pal.: Venite. profeti, Ch' avete profetato; Venite tutti lieti, Vedete5 La st.: Vedetel. ch' egli è nato Ed a noi6 Il cod. Borr.: nui. è donato Il7 Il cod. Borr. e il Pal. e la st.: El. piccolin Messia. Pastor, pien di ventura, Che state qui8 Il cod. Borr.: vui. a veghiare, Non abiate paura: Sentite voi9 Il cod. Borr.: vui. cantare? Correte10 La st.: corrite. ad11 Manca nel cod. Pal. adorare Gesù con mente pia. Vo 'l troverrete12 Il cod. Borr.: Vui el trovarete; la st.: troverete. nato Tra 'l13 Il cod. Borr.: Fra el. bue e l' asinello, In vil panni fasciato, E già non ha mantello. Ginochiatevi1 Il cod. Borr.: Ingienochiativi. a quello Ed a santa Maria. E' Magi son venuti, Dalla stella guidati, Con2 La st.: Co'. lor ricchi trebuti3 Il cod. Borr. e il Pal.: tributi. In terra inginochiati4 Il cod. Borr.: Ingienocchiati. E molto consolati, Adorando el5 Il cod. Borr. e il Pal.: il. la st.: 'l. Messia E la madre Maria.6 Questo v. di chiusa manca nella st. e negli altri codd.

La sopradetta lauda si canta come Ben
venga Maggio Col gonfalon Selvaggio

(Ediz. 1486)

Deh1 Manca nella st. e nel cod. Pal. venitene,2 Il cod.: venite. pastori, A veder Gesù ch' è nato, Nel presepio ignudo3 Il cod.: nuda. nato, Più che 'l sole risplendiente.4 Il cod.: resplendente. Venitene prestamente A vedere il bel Messia; Sol Giuseppo5 Il cod.: Giosep. con Maria, La sua madre glorïosa. Mai non fu sì prezïosa Creatura, nè mai fia: Evvi ancora6 Il cod.: Ancora v' è. in compagnia Solo 'l7 Il cod.: El. bue e l' asinello. Pezze, fascie, nè mantello Non ha il signor de' signori: E dal ciel discende i Cori1 Il cod.: E da c. discendon i C˙ Anche la st. ha discendon. Ho preferito il singolare per potere dare l' articolo al nome Corie avere cosi una costruzione eguale a quella della strofe seguente. Per2 Il cod.: veder la deitate. Quivi vien le3 Il cod.: la. Potestate, Quivi viene e' Cherubini, Le Virtù4 Il cod.: Virtude. e' Serafini Con tutta la gerarchia. E con dolce melodia Ringraziandol con disio: « Gloria in cielo all' alto Dio E in terra pace sia! »5 Manca questa st. nel cod. O pastor, venite via El Signore a visitare; Vo'6 Il cod.: Voi. sentirete cantare E vedrete7 Il cod., direte. il re di gloria. Oggi è il dì della vittoria, Che 'l nimico fia8 Il cod.: stia. dolente, E li padri allegramente Sentiranno tal novella. Apparita è una stella, Tutto 'l mondo a 'lluminare: Venite1 Il cod.: Venilene. a ringrazïare Gesù Cristo onnipotente; Tutte le divote mente Contemplando2 Il cod.: Ringrazïando. con dolcezza. Come la divina altezza Patir vuol pe' nostri errori.3 Il cod. peccali.

Cantasi come Quando sono in questa
cittade.

(Magl. VII, 367)

Ben vegna1 La st.: veng' o. osanna - e la figliuola d'Anna! Egli è nato nel fieno Tra l' asinello e 'l bue El Signor2 La st. Iesu in. nazareno; Come predetto fue. Chi vuol veder Gesue Venga a cantare osanna.3 La st.: Veng' a. E' Magi cavalcando Vengon con lor tesori, E' pastor van cantando Del signor de signori:4 La st.: E' pastor van cantando Del signor de signori, E' magi calvalcando, Vengon co' lor tesori. Ognun par che 'nnamori Sol del5 La st.: di. cantare osanna. Rinfresca il sano amore El mondo en pace e lieto6 La st.: Allegra 'l santo a. Nel m. in p. e l. E cala il Salvatore Giù dal monte1 La st.: mont'. Uliveto, E grida il popol drieto2 La st.: lieto. Ad alta voce: « Osanna! » Rallegrasi e fassi alma Gerusalem allora E sparge ulivo e palma Chi 'l piangerà ancora: Gesù ciascun l' adora, Tutti gridando: « Osanna! »3 Manca questa stanza alla st. I Farisei la sera Senton di ciò gran pena: E4 Manca nella st. Giuda indegnato5 La st.: indegnat'. era Per Maria Maddalena: Esce6 La st.: Uscì. fuor della cena Sol per tradire osanna.7 Secondo la narrazione evangelica alcuni discepoli di Cristo, e specialmente Giuda Iscariote, che subito appresso concepi l' idea di tradire il Maestro, s' indignarono quando Maria Maddalena sparse unguento prezioso sul capo di Gesù (Cfr. S˙ MATTEO, XXVI, e S˙ MARCO, XIV). « Venite » dice il fello « A prender Gesù santo »: E bacia in segno8 Preferisco la lezione segno della stampa all' altra fronte del cod., perchè trova corrispondenza nel testo evangelico: « Qui autem tradidit eum, dedit illis signum, dicens: Quemcumque osculatus fuero, ipse est, tenete eum » (S˙ MATT., XXVI, 48 e poco diversamente S˙ MAR˙, XIV, 44). quello; Gesù legato è 'ntanto:1 Il cod. ha intanto senza l' è. Migliore la lez. della st. « O rabbi, ave ».2 « Ave, rabbi » è il saluto di Giuda (S˙ MATT˙, XXVI, 49 e S˙ MAR˙, XIV, 45). La st. legge: o raby ave e il cod.: O raby o ave. Quanto Chiamerai3 La st.: Com' era. indarno osanna! Venuto è già Maria E 'l figlio4 Il cod.: figluolo. à ritrovato, Tra gente cruda e ria Battuto e fragellato, Sopra 'l Calvar5 Il cod.: sopra Calvario. menato; Non gli è più detto: « Osanna! »6 Manca questa stanza nella st. A Dio con umil voce Volgasi ogn' uom7 La st.: ogniun fedele A pianger Gesù in croce, Che per noi gusta8 La st.: gustò. fele! Oh gran cosa crudele, Vergine figlia d' Anna!9 La st.: Laudil ciascun fedele / Con la figluola d' Anna.

Cantasi come Ben venga Maggio

(Ed. 1486).

Ecco el re forte - aprite quelle porte! O principe infernale, Non fate resistenza: Egli è il re celestiale, Che vien con gran potenza: Fategli riverenza Levate via le porte.1 Ps. XXIII, 7: « Attollite portas, principes, vestras, et elevamini portae aeternales; et introibit rex gloriae. » Chi è questo potente, Che vien con tal vittoria? Egli è 'l signor possente, Egli è 'l signor di gloria. Auto à la vittoria, Egli à vinto la morte.2 Ps. XXIII, 8: « Quis est iste rex gloriae? Dominus fortis et potens: Dominus potens in proelio. » Egli à vinto la guerra, Durata già molt' anni, E fe' tremar la terra Per cavarci d' affanni, Riempier vuol gli scanni Per ristorar suo corte. E' vuole el padre antico E la sua compagnia; Abel vero suo amico, Noè si metta in via, Moisè qui non istia:1 La st.: stia. Venite alla gran corte. O Abraam patriarca, Seguite il gran Signore; La promessa non varca, Venuto è il Redentore; Vengane il gran cantore A far degna la corte. O Giovanni Battista, Or su, sanza dimoro, Non perdere di vista Su nell' eterno coro E Simïon con loro Drieto a sè fa la scorte. O parvoli innocenti, Innanzi a tutti gite, Or siate voi contenti Delle aute ferite; O gemme, o margarite, Adorate la corte. Venuti siete1 La st.: state. al regno Tanto desiderato, Poi che nel santo legno I' fu' morto e straziato E ò ricomperato Tutta l' umana sorte.

Cantasi come Ben venga Maggio

(Ed. 1486).

— Contempla le mie pene, o peccatore, E nel martìr, ch' i' sono: Vedi ch' i' non perdono A me, che pendo in croce per tuo amore. Contempla ch' io lasciai il nobil regno, Di te presi pietate E son confitto in questo amaro legno Con tanta crudeltate. Sanza misura fu mie caritate: Elessi tal martìre E sì volsi morire, Perchè vivessi meco in grande onore. Contempla bene. Alla corona mira Acuta e sì crudele: Vedi la carne mia che si martira. Apparecchiato è el fele; Non ò in questa angoscia alcun fedele, Rifriger di mie pene; Per cinque grosse vene Verso 'l mio sangue, e tu cerchi d' onore. — — Contemplo ben, Signore, il tuo gran duolo E l' aspra passïone. O dolce Gesù mio, tu fusti solo Alla redenzïone. L' anima e'l cor è con afflizïone; I' ò speranza e fede, Con l' usata mercede Farai misericordia al peccatore. —

Cantasi come O Gesù dolce, o infinito amore.

(Magl. VII, 1159)

— O Signor mio, ben fu l' amor tuo forte, Che ti condusse a così crudel morte! Chi t' à condotto in su quel crudel1 Il cod.: cridel. legno Con le tuo membra, forte conficcate? E' t' à condotto amore e non2 Il cod.: none. isdegno, E' t' à condotto la tua caritate. Di te preso non ài punto piatate, Pur che dirizzi nostre opere torte. Quando risguardo in quel tuo santo viso Alla faccia battuta e sanguinosa, Gli occhi velati; e se' morto e deriso, E la testa forata e non si posa, La bocca asciutta; com' è cruda cosa A vederti condotto a cotal sorte! Contemplo quella piaga del costato, Che gitta tanto sangue ed acqua insieme, Che tutto el mondo se n' è rinfrescato, E cresciuto n' è pur questo tuo seme. O Signor mio, da tutti e' lati geme Pace e benignità che ci conforte.— — Patito ho molte pene e gran martìre Per campar te dalle pene eternale, Perchè tu viva, ho voluto morire, E tu se' stato di te micidiale: Da te rimane el farti celestiale: Aperto t' ò del regno mio le porte.1 Di questa laude non si dice su che aria fosse cantata. Forse per questo ebbe meno diffusione delle altre e rimase inedita.

(Magl. VII, 1159).

Viene 'l messaggio - e lo spirito saggio! Vien da' regni celesti, (Nuovi e dolci romori, Giocondi e non molesti, Scendon dagli alti cori) In forma di vapori E luminoso raggio. Vien come foco1 La st.: fuoco. acceso E lingue dispartite: Gli apostoli àn compreso E l' alme lor vestite Di veste colorite E di ciascun linguaggio. E' viene a 'lluminare Il mondo intenebrato, Le nostre2 La st.: nostr'. alme a salvare; Ciascun fie liberato Da quel nimico ingrato Che prese il mal viaggio. Vieni, spirito vero, Entra ne' nostri petti: Facci l' animo intero,1 La st.: intiero. Purga e' nostri difetti, E tienci saldi e stretti A far nostro vantaggio. Mostraci la tuo2 La st.: tuo. via, Mostraci tuo virtute: L' anima pur disia Veder la suo3 La st.: sua. salute E cerca con virtute Fuggire il suo dannaggio. O don4 La st. Deno senza l' di Dio altissimo,5 Traduce il v.: « Allissimi donum Dei » dell' Inno Veni, creator, di cui si trovano in questo componimento varie reminiscenze. O vera maestade, Spirito vementissimo, Quant' é la tuo bontade! Con tuo gran caritade Fareno el buon passaggio. Sette si dicon doni Dello Spirito Santo. Di1 Il cod. e la st.: Si. sette milïoni Non si potre' dir tanto: Verte el dolore in canto2 La st.: V 'l d. in pianto. Chi va pel tuo viaggio.3 Il cod. e la st. hanno suo. Forse parafrasa i w.: « Ductore sic te praevio, Vitemus omne noxium » del cit. inno. Accendi4 La st.: Accende. e' nostri sensi, Conferma e' nostri cuori,5 Inno cit.: « Accende lumen sensibus, Infunde amorem cordibus ». Chè la6 La st.: Ch' alla. virtù conviensi A7 La st.: così fatti amori; Fa' sentir gran dolzori E lasciar ogni8 La st.: ogn'. oltraggio. El nostro gran nimico Da noi fa' dilungare:9 Inno cit.: « Hostem repellas longius. » E el10 Qui il testo sembra guasto. Forse deve dire: Tu che 'l. peccato antico A' fatto cancellare E l' inferno serrare A suo disavvantaggio. Per te el nostro padre Mandò di cielo el figlio In quella santa madre A farsi a noi simiglio: Fu per divin consiglio, Come mostrato i' v' aggio. Grazia sia a te, padre, Al figlio interamente Ed alla santa madre E allo spirito ardente; Del qual sie sizïente Tutto l' uman lignaggio.1 Manqano nella st. le ultime tre strofe.

La sopradetta lauda si canta come Ben
venga Maggio

(Magl. VII, 1159).

Non mi curo più di te: Aggio preso forti rami, Non rispondo perchè chiami, Beffe mi farò di te. O nimico, i' ò passato Oramai la dubia strada; Gesù mio m' à liberato, Non istare a quella bada. Grazia ò auto ch' io non cada, Non provar più l' esca e gli ami; Non rispondo, perchè chiami, Beffe mi farò di te. Credesti aver gran faccenda, Con piaceri a me mostrare; Non che 'l mio Signore offenda, Non ci voglio pur pensare. Deh omai lasciami stare! I' non vo' più tuo' richiami; Non rispondo, perchè chiami; Beffe mi farò di te. Deh omai lasciami stare Con la tua mortal ferita! A' peccati i' vo' pensare Ed a Dio, bontà infinita, Io vo' metter la mie vita In far tanto che Dio m' ami. Non rispondo, perchè chiami; Beffe mi farò di te. Or ne mostra quanto puoi De' piacer quanti ne sai. Se tu fussi tu e' tuoi, Da me altro non arai. Deh pel resto sia omai1 La frase Essere per il resto manca ai vocabolarî. Pare che voglia dire, che queste seduzioni devon essere gli ultimi sforzi del mondo e del demonio. Nel senso di Considerare un' impresa al suo termine questa espressione è anche nel Morgante (XXVII, 86) e nei Sonetti di M˙ FRANCO e di L˙ PULCI (1759), p. 30. Questi modi falsi e grami! Non rispondo, perchè chiami: Beffe mi farò di te. Tu se' stato molto attento2 Il cod.: atento. Farmi, dico, a Dio lontano. I' t' ò fatto malcontento: Or sarebbe morto invano.3 S' intende Cristo. Dato gli ò nella suo mano L' alma ch' a sè la richiami. Non rispondo, perchè chiami; Beffe mi farò di te.1 Anche questa, come la I. VI, non ha l' indicazione dell' aria musicale ed è rimasta inedita.