Non son due lustri ancor che sulla riva Azzurrina dell' Adria ove in leggiadra Curva s' adagia la gentile Ancona, Tu venisti, o Vittorio, e a te d' intorno Lieto di gioia riverente, immenso Un popolo s' accolse. E me traea Dai dolci studi e dai solinghi lari Desio di contemplarti e il tuo sentiero Sparger di carmi e di modesti fiori. Oggi io ti veggo un' altra volta in questa, A cui la sorte mi rendea, diletta Natal mia terra; e quell' amor che in petto Vive all' itale figlie occulto e sacro Per la patria e pel Re novellamente Ispira alla pensosa anima il canto. Oh come bella a me della risorta Italia parve l' esultanza e il grido Unanime, concorde, onde commossi Rimormorâr di due marine i flutti! Rapidi al par della sorgente luce Quei trionfi seguîr; chè ai valorosi, Se uniti, il fato la vittoria serba. E tu il sai, generoso italo Spirto, Cui nell' avita reggia ancor fanciullo Alla speme d' Italia ebber nutrito Le domestiche glorie e le sventure. O Casa di Savoja! o piccoletto Regno di prodi, a cui dalle nevose Cime di Chambery fino alle valli D' Aosta la difesa era serbata Delle chiuse d' Italia! allor che infande Ire di parte divideano a brani Queste belle contrade e fean di sangue Civil cruenti i desolati campi, Come, vincendo i scelerati esempi Della barbara età, solo prestavi Alle raminghe libertadi asilo? E allor che sventolò sulle castella Piemontesi invocato il tuo vessillo Fin là dove la Sesia in Po declina, Perchè a te si volgean come a sua stella Delle arroganti signorie sdegnosi I popoli fidenti? onde il coraggio E l' indomito ardir che ti sospinse De' stranieri a frenar l' avida rabbia Che alle vedette si affacciàr sovente Dell' Alpi, e di predar feansi ragione L' italico giardino? o memorande Di Filiberto e di Amedeo giornate, Perchè sì bello illuminò gli allori Di vostre glorie il sol?..… Perchè tremendo, Indissolubil di concordia un patto Al senno de' suoi prenci e fede e braccio Del popolo giugnea. Splendido, altero Dell' amor de' suoi prodi ergea la testa E spronava animoso alle battaglie L' impavido cavallo il Savoiardo. Eran pochi, ma tutti, e uniti e forti, Arra non dubbia di vittoria. E quando Più numerosa urgea l'oste nemica, E recava le stragi e le ruine Nelle vinte città, devota a morte La piccola falange usbergo e scudo Fea co' petti al suo duca, e furibonde Fin le donne sui spaldi alla difesa Della patria accorrean. Vincere insieme O insiem morir dei generosi è il fero, Immutabil proposto. Ahi! ma velate Di lugubri gramaglie anco vedemmo Molte sinistre aurore! e tu serbato Eri, Alberto, a gustar l'amaro frutto Del dissidio funesto, onde a Novara Italia pianse i suoi caduti indarno. Ma forse là dove il Duero rende All'Oceano i suoi flutti, a consolarti Le supreme agonie blanda scendea Visïon dalle stelle ed un' arcana Voce sol nota all' orecchio morente Che le glorie svelava e i subitani Trionfi e in fronte al tuo Vittorio adorna D'altre gemme brillar la tua corona E tutta in breve dal Cenisio all' Etna Libera Italia, indipendente, unita. Tutta?….. non anco; ma vittorie il tempo Lente prepara; e attenderle, e con vane Impazïenze non turbar l'occulta Opra che il Ciel matura, e la possanza Ed il vigor di giovinezza ardente D'un popolo risorto in luttuose Gare non dissipar, fede faranno Dell' itala virtude allo straniero Che ci osserva tacendo, e col sorriso Del dileggio ci offende: a che fanciulli Incostanti chiamarci?..… oh perchè torni In capo ad esso l' oltraggioso insulto, E di prosperi eventi e di conquiste Splendide sia la libertà feconda, Non è il furor che si richiede; è il senno. Se a' fatti egregi del passato ognora Ispirarsi fu bello, e trar gli auspici Dall' are che la patria erse agli eroi, Se or lieta or triste esperïenza è sempre Di reconditi veri e d' operose Virtù maestra, eredità d' altere Geste e nobili esempli a noi ricorda Il tuo nome, Vittorio. A te d' intorno Stretti e fidenti ci vedrai. Se il brando Oprar fia d' uopo, accennerà il tuo sguardo; O se dover di cittadini a noi Prove di sacrifici ardue richiegga, Chi fia che in petto alto sentire alberghi E imitarti ricusi?..… Ah finchè il sole Questa terra d' aranci e d' oliveti Libero schiari, e sui selvosi gioghi Dell' Appennin gli annosi cerri educhi, Vivrai, Vittorio, al nostro amor, vivrai Nell' itale canzoni, e nel desio Baldo de' prodi, ne' gentili affetti Dell' ausonie donzelle, e le future Età superbe di tue glorie andranno.

M˙ ALINDA BRUNAMONTI nata BONACCI.

Questo canto fa seguito al nazionali dell' Autrice.

PERUGIA
Stabilimento Tipo-litografico di G˙ Boncompagni e Comp.
1869.