7 giugno 1876

Egregia e carissima Signora,

Non so dirle il piacere che ho provato leggendo la bella ed affettuosa lettera che le è piaciuto dirigermi.

Ella dunque mi vide nel 1853 nella Sala Pretoria della sua Palermo, e ricorda ancora la figura, i versi e persino le vesti della povera errante Trovatrice?(1) Togliamo dalla lettera della R. F., a cui la presente risponde, il brano che si riferisce alla improvvisazione della Milli, constituendo una cronaca del tempo:
« Io ebbi la fortuna di sentirla improvvisare nell'ottobre del 1853 nella gran sala del nostro palazzo municipale, e potrei ora rammentarle tutti i temi da Lei svolti e moltissimi versi, tra i quali questa chiusa di un sonetto Alla Poesia:
Per te di tutti i cor sorgo regina,
Per te quest'alma ogni sventura oblia,
E sente in sè la maestà latina.
Ricordo talune ottave per l'incontro di Beatrice e Laura nel cielo ed un sonetto su Gelone (tema datole dal Luogotenente Satriano), e ricordo che ella nel calore dell'improvvisazione s'impazienti assai quando si accorse che le mancava una rima, perchè per inavvertenza gliene avevano scritte 13 in luogo di 14. Ricordo che ella aveva un bel vestito bianco, e cantando inspiratamente vari argomenti in versi settenari, sul motivo dell'ultima aria della Saffo, accompagnata con l'arpa dal nostro maestro Kinterland, sembrava un apparizione celeste: io, giovinetta, tornai a casa convulsa, colpita da tanto calore di improvvisazione, da tanta maestria … »
. Oh gentile Signora Concettina, quanto, quanto le son grata della sua memoria benevola; ma quanto Ella mi vedrebbe ora diversa di quella che allora le apparvi! … Il suo ottimo figliuolo Le avrà forse già scritto che la grave Direttrice della R. Scuola Normale Femminile di Roma non somiglia alla svelta e pallida giovinetta tal quale descrissegliela la mamma nell'atto che avea l' audacia di proclamarsi, mercè la poetica ispirazione, di tutti i cor regina. Ma non può averle detto il peggio, che ora le dirò io, cioè che non mi credo più capace di far versi che meritino il nome di poesia! E pensando a Lei che, moglie e madre di numerosa prole, pur trova il tempo e l' agio di espandere in così dolci versi i sentimenti dell'animo suo nobilissimo, provo come una puntura di rimorso!…. Del resto meglio è certo tacere, che dir cose non degne dell' altrui attenzione.

Mi congratulo seco Lei della bellissima lettera del Grossi, che ho letta col massimo compiacimento, e tutti quelli che serban vivo il culto dovuto a quel degno amico del Manzoni debbono esser grati a Lei che seppe ispirarla.

Molte delle sue poesie mi eran note per averle appunto trovate nella Donna e la Famiglia; ma molte mi son riuscite nuove, nè queste mi son sembrate meno belle. Continui, Ella che lo può, ad amare la patria, ed a consolare i suoi cari, col linguaggio che più dura, e che più nell'anima si sente: e mi creda sempre quale me le professo

Dev.ma e obbl.ma
Giannina Milli

Caserta 9 del 1879

Mia carissima Signora Concettina

Dicea benissimo il nostro Dante: Amor che a nullo amato amar perdona ecc. Solo che nel nostro caso io non ho aspettato, per volerle bene, le sue care dichiarazioni. Le voglio bene da molti anni, cioè da quando cominciai a leggere i suoi versi così affettuosi ed eleganti, e così degni della Moglie e della Madre esemplare, che ho avuto la fortuna di stringer fra le mie braccia or son solamente pochi mesi! Conosco quasi tutte le Egregie Donne che negli ultimi 25 anni hanno onorato ed onorano coll' opera del loro ingegno la patria nostra; e tutte le amo ed ammiro, ma… non creda che l'aduli!…. Ella e la Mander Cecchetti hanno le mie preferenze; e credo ciò sia perchè in entrambe, sopra tutti altri sentimenti, primeggiano quelli che mi sembrano più consentanei all'indole ed alla missione che Dio ne diede nella società civile. Questi cari e melanconici versi ch' Ella mi ha mandati, e pe' quali molto la ringrazio, io li avea già letto non ricordo più dove, e mi eran piaciuti assai, come del resto mi piaccion sempre le cose sue, per le ragioni principalmente dette di sopra. Le mando in ricambio un numero di un giornale che qui si stampa, dove potrà leggere una mia cosuccia, stampata veramente un poco a mio dispetto. Ella comprenderà subito il perchè non avrei voluto uscissero dalle mura domestiche quei versi fatti per un solo; ma appunto questo solo ha desiderato il contrario, ed ho dovuto cedere.

In questi ultimi mesi io non scrissi quasi nulla, perchè ebbi l' animo sempre inquieto e sospeso per un forte raffreddore contratto dal mio Ferdinando sin dall'agosto. Non è riuscito ancora a liberarsene interamente, ma ormai mi sento rassicurata, poichè i medici mi assicurano che non è cosa da darsene pensiero, trattandosi di affezione un pò convulsiva ed un pò nervosa; mi burlano anzi, perchè la complessione di mio marito, grazie a Dio, è tale da escludere ogni dubbio di complicazioni pericolose. Egli del resto ha lavorato sempre, e seguita a lavorare con una specie di furore sacro per l' istruzione popolare in questa provincia; tanto che nella Relazione or ora pubblicata dal Bremazia, la Terra di Lavoro è citata, a titolo di onoranza, come quella che, per tutte le provincie del Regno, ha aperto un numero maggiore di scuole…. in due anni 208 di nuovo impianto. Nel prossimo agosto vi sarà una Esposizione Didattica nelle sale della Reggia. Io che vivo assai ritirata, com'Ella sa, spesso mi fo compagna a mio marito nella visita delle scuole di questi vicini paesi….. Oh quanto, quanto vi sarebbe da fare a prò dei miseri ignari e bisognosi!…

Non ho inviato nulla quest' anno, anzi non ho nemmen risposto ai nostri amici della Donna e la Famiglia; il malessere di Ferdinando mi tenne distrutta; spero poter rimediare scrivendo al Caprile ed alla Fortunina, che, spero, vorranno perdonarmi la grossa, ma non maliziosa scortesia. Ella frattanto mi conservi la sua preziosa amicizia, ed accolga per Lei e per il suo Consorte i miei saluti e quelli di Ferdinando e della mia buona Mamma.

Mi faccia spesso lieta de' suoi caratteri, e mi creda

Sua aff.ma e dev.ma
Giannina Milli Cassone