Illustre Signora,

Spesso ho ripensato al piacere che mi cagionò la sua visita, della quale le sarò sempre riconoscente. Siamo lontane; ma lo stesso dolore ci riavvicina; onde finchè vivo serberò di lei affettuosa memoria. Ho letto i suoi versi dolci, teneri, pietosi, e alcune volte di sentimenti virili. Me ne congratulo sinceramente con Lei. Prima di ora l'avrei ringraziata del caro dono: ma dacchè sono in campagna he peggiorato nella salute, poichè la mia nevralgia si è fatta più tormentosa, e spesso non possa occuparmi di cosa alcuna. Cerco di vincere il male con la pazienza. Vero è però, che chi ha sofferto scentura pari alla nostra sopporta assai facilmente l'infermità, e la miserie inseparabili dall'umana vita. La mia Rosa, la sua Annetta la facevano ad ambedue desiderabile. Sparite esse, vivioam perchè Dio lo luole. Confortiamoci, cara Signora, nella speranza di rivederle nel Cielo.

Forse nella prossima settimana avrò la visita della Signora Teze e della signorina Bertalina, che Ella incontrò in casa mia, e ad esse farò i suoi saluti, che certo saranno loro molto graditi. Riverisca per me l'egregio suo Consorte, e viva per la sua famiglia e per i suoi studi, dai quali verrà nell'avvenire, siccome per il passato, onore a Lei, e alla sua patria.

Mi conservi la sua benevolenza, e mi abbia per sua

27 settembre 1878

Obbl.ma aff.ma
CATERINA FERRUCCI