Gerolama Castellani:

COLLECTED POEMS





Assembled by
The Italian Women Writers Project


The University of Chicago Library

Chicago
2006

Bottrigari, Ercole, ed., Libro quarto delle rime di diversi eccellentiss. autori nella lingua volgare. Nouamente raccolte (Bologna: Anselmo Giaccarello, 1551), p.257.

This poem also appears in: Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 1, p. 117.

SPirto gentil, tu ben aperto mostri, Che quanto 'l Ciel può dar largo ti diede, Quando d' un sì bel stil ti fece erede, Con cui sì vil soggetto indori, e 'nostri. Onde sol degno sei, che teco giostri Quel, che arrestò più volte à l' Arno il piede, Col dir, che il tuo pareggia, e ogni altro eccede, Non essendo di voi più alteri mostri. Et s' io, come devrei punto non celo, Quanto in me sian poco vivaci spirti, E rozze rime, e mal purgate carte; Fò per squarciarti d' ignoranza il velo, In che ti tien cortese affetto, e aprirti, Che in me manca il saper, l' ingegno, e l' arte.

Bottrigari, Ercole, ed., Libro quarto delle rime di diversi eccellentiss. autori nella lingua volgare. Nouamente raccolte (Bologna: Anselmo Giaccarello, 1551), p.258.

Alma real, che per terreni chiostri Spargi glorie vivaci, e acquisti fede À noi de l'alto don che ti concede Il cielo, onde rallumi i giorni nostri Come à me lice ornarte con gli inchiostri, Se ouunque 'l sol col suo gran giro vede Calchi la piu gradita eccelsa siede; Ah ben potrà senza il tuo danno il cielo Di quanto auanzi i piu elevati spiriti À me, di me pietoso far gran parte. Che squarciato da gli occhi il foscho velo Aspirando à gli honor de lauri, & mirti, Direi quant'io debbo, in voci, e 'n carte.

Bottrigari, Ercole, ed., Libro quarto delle rime di diversi eccellentiss. autori nella lingua volgare. Nouamente raccolte (Bologna: Anselmo Giaccarello, 1551), p.258.

Voi, che'n soave, e angelica armonia Vaghe rime spargete, & dolci, & care, Per cui viè piu che mai lieto ne appare Il mondo colmo di ogni leggiadria. Al vostro stil, con cui pò chi desia Torsi dal volgo, e al ciel sua fama alzare, Me non dengo soggetto hauere, ò pare: Ma si ben la vertù nostra natia. À voi dunque convien la chiara, ed alma Vertù vostra lodar, io col cor mostro Sol quanto in amar lei l'alma si annoda. Che fuor che voi di sì pregiata palma Phebo altri non fà degno al secol nostro, Ne lo stil scorge, ò pur la lingua snoda.

Bottrigari, Ercole, ed., Libro quarto delle rime di diversi eccellentiss. autori nella lingua volgare. Nouamente raccolte (Bologna: Anselmo Giaccarello, 1551), p.259.

In così caro, & benedetto giorno Dal ciel disceso, in luogo basso, & uile Signor nascesti, fatto servo humile, Per far, mosso a pietà tra noi soggiorno. Gloria nel cielo, & pace d'ogni intorno Risuoni il mondo, ed ogni alma gentile Per rimembranza, il tuo sacrato ouile Faccia di rose, & vaghi fiori adorno. Et tu, che nel tuo casto, e 'ntatto seno Portasti, ò pura vergine innocente, Quel, che 'n se non potean capire i cieli: Priega lui, che dal rio viver terreno Sciolta, sollievi questa cieca mente, Et le mie colpe col suo sangue veli.

Bottrigari, Ercole, ed., Libro quarto delle rime di diversi eccellentiss. autori nella lingua volgare. Nouamente raccolte (Bologna: Anselmo Giaccarello, 1551), p.259.

Regi beati, che 'l camin tenete Che al fonte di pietà vi scorge, & mena, Seguendo de la stella alma, & serena I chiari rai, che fidi duci hauete. Deh, sì come felice voi vedrete L'alto signor, che il secol rasserena, Sciogliendo del rio serpe ogni catena Per far nostre alme 'n ciel mai sempre liete. Per quel amor divin, che i sacri petti V'ingombra di pensier sì saggio, e altero, Et per il dì, che Iddio vi hà dato in sorte. Pregate lui, che frà gli spirti eletti Accolga il mio, che per altrui sentiero Lassa, me 'n volo à sempiterna morte.

Bottrigari, Ercole, ed., Libro quarto delle rime di diversi eccellentiss. autori nella lingua volgare. Nouamente raccolte (Bologna: Anselmo Giaccarello, 1551), p.260.

Alto signor, tu che le humane menti Da gl'inganni del mondo acerbi, & fieri Richiami, & desti à saggi, alti pensieri Co i chiari raggi de i tuoi lumi ardenti. Le meste voci, e i dolorosi accenti Odi de la tua sposa, & figli veri, Ed abbassa de gl'empi i sdegni alteri Solo al danno di lei mai sempre 'ntenti. Tu li mandasti gia con larga mano Dal cielo il cibo in luogo aspro, & diserto, Per salvarli dal Re superbo, & strano. Risana hor le sue piaghe, e 'l dolor certo, Et la commetti à un pastor saggio, e humano, Che à tanto degno honor agguagli il merto.

Bottrigari, Ercole, ed., Libro quarto delle rime di diversi eccellentiss. autori nella lingua volgare. Nouamente raccolte (Bologna: Anselmo Giaccarello, 1551), p.260.

This poem also appears in: Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 1, p. 117.

VAghi pensier, che a sì novo diletto Scorgete l' alma dove amor l' invoglia, Lungi dalla sua fral, caduca spoglia, A fruir lieta un più beato oggetto; Pensier cui lece al sacro MONTE eletto Desiosi volar v' vuol s' accoglia Il gran Padre del Ciel, quanto mai soglia Darne quà giù di raro, e di perfetto. Gitegli a piede, e ditegli umilmente, Com' io le 'nchino, e adoro, e per lui l' alma Mi sento ogni hor di vera gioia ingombra. Perc' homai con la sua gradita palma Trionfar spera Italia di Oriente, Et goder de' suoi rami eterna l' ombra.

Bottrigari, Ercole, ed., Libro quarto delle rime di diversi eccellentiss. autori nella lingua volgare. Nouamente raccolte (Bologna: Anselmo Giaccarello, 1551), p.261.

SAVLI, che l'alma di vertude ardente E 'l petto hai di pietade ornato, e 'l volto, In cui risplende, come 'n vetro accolto Quanto il ciel di perfetto à noi consente. Tu, che al publico ben gli occhi, & la mente Mai sempre hai desta, & n'hai dal collo sciolto Il duro giogo de la fame, & volto In gioia il duol de la tua cara gente. Segui pur l'honorato stile, & degno Sol di te stesso, & glorioso ascendi L'erta via, dove 'l tuo voler ti scorge. Che s'egual morto à le fatiche prendi Tal di te tua vertude 'ndicio porge, Che farai tosto al piu gradito sogno.

Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p.61.

This poem also appears in: Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 1, p. 120.

PARGOLETTE beate, alme innocenti, Che fuor del nostro tenebroso orrore, Or vi godete il sempiterno onore, Quasi stelle nel Ciel chiare, e lucenti; Per quei, ch' oggi di morte aspri tormenti Sentiste, quando al crudo, empio Signore Col sangue l' ira acquetaste, e il furore, Uscite in braccio alle madri dolenti: Di me, che vie più fiero, ed orgoglioso Tiranno opprime, e con più lunga guerra Affligge ognor, vi stringa il cor pietade. Pregando l' infinita alta bontade, Che anch' io lasci 'l mio fral, sciolta da terra, E venga a goder vosco il mio riposo.

Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p.61.

SEGGEA gentil, cui fur le più possenti Stelle al nascer nel ciel si amiche, & liete, Et le piu pure qualità discrete Con tai tempre in un giunte, & glielementi. Che con bei raggi di virtute ardenti, Di che piu ch'altra illustre hoggi vivete, Tal nel petto a'scrittor fiamma accendete, Che son mai sempre a celebrarvi intenti; Felice voi, pe'l cui bel nome vago, Piu che per le sue care arene d'oro, Sarà chiaro in eterno il vostro Tago. Io, perche 'l basso stil, con ch'Io v'honoro, Non puo lalto desio (lassa) far pago, Quant'io posso col cor v'inchino, e adoro.

Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p.62.

This poem also appears in: Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 1, p. 120.

ALMA, tu pensi, & fra mille pensieri Questo sol truovi, ilqual ti riconforta, Che di questa mortal noiosa, & corta Vita sciolta l' eterna viver *.Bergalli has "veder". speri. Ben'hai donde a ragion mai sempre in fieri Pianti, ti dolga hor, che Madonna è morta; Che viva al ciel con sì fidata scorta Ti conducea per dritti alti sentieri. Morta non già, ma lieta in sè raccolta, E salita a più fermi, almi soggiorni, Et ha del mondo ogni vaghezza tolta: Dunque i tuoi brevi, oscuri, & pochi giorni Anzi a tre notti, prega a Lei rivolta, Ch' impetri omai, che l lume eterno aggiorni.
Alla Signora Donna Leonora da Este

Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p.62.

This poem also appears in: Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 1, p. 121.

DOnna reale, al vostro alto valore Opra non poggia di terreno stile; Ond' Io qual pigro augel notturno, & vile M' abbaglio al vostro vivo almo splendore. Ma l' alma accesa di vivace ardore, Sen vien col bel desio vago, & gentile, Ch' ha di lodarvi riverente, e umile, Dal suo frale disciolta a farvi onore. Accolgietela prego, or che nascosa Le ha morte la sua cara, & fida duce, Che un raggio fu della gran stirpe vostra. Che s' or vita sostien fosca, & dogliosa, Scorta da vostra nuova altera luce, Farà anchor chiara, & dilettosa mostra.
Di M. Antonio Gaggi

Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p.63.

O DE le donne honore, o de l'etate Nostra splendor; perche non poss'Io almeno Fra Noi cantar de merti vostri a pieno? Ch'incenderei d'Amor lalme gelate. Ma (lasso) a che vaneggio? Hor Voi non fate Col dir, piu ch'altro mai chiaro, & sereno Del vostro nome tuttol mondo pieno, Giorlama, onde i cor degni infiammate? Cosi potess'Io ben giungere al segno Di vostre vaghe rime altere, & belle, Ch'andar potrei de piu famosi al paro. Hor poich'Io sono a dir di Voi si indegno, E a Voi tanto favor vien da le stelle, Dite Voi di Voistessa in stil piu raro.
Risposta di Suor Girolama a M. Antonio Gaggi

Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p.63.

GAGGIO, non ha di Me tanta pietate Febo, che dal volgare uso terreno S'alzi la bassa musa mia, ch'a freno Tiene (ah lassa) ignoranza, e indegnitate. Voi con si dotte rime haver mostrate Pien di filosofia la lingua, e 'l seno: Voi con l altiero, & dolce stil non meno Chiaro chel maggior Thosco risonate. Di Me, che si lontan dietro vi vegno, Non mi lice, ch'Io scriva, o ch'Io favelle, Ne di Voi, se da Voi pria non imparo. Dunque prendete il puro affetto in pegno Del vero effetto, mentre aspiro a quelle Gratie, chel ciel vi dona e a Me è si avaro.

Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p.64.

DEH perche non mi lice al bel pensiero, In ch'Io vi scorgo & vago, & saggio, & forte, Com piu lodato stile aprir le porte, Et levar lombre, & discoprirne il vero? Chel vostro honor per dritto ampio sentiero, Gia fatto havendo illustri inganni a Morte, Con mille di virtu fidate scorte N'andrebbe al ciel di vera gloria altiero. Ma poiche a tanto ardir (lassa) mi veggio Di forze, & d'ogni aiuto ignuda, e inerme, Et di fatti, & di fama, & nome oscuro; Voi farete a Voi stesso il primo seggio, O di Febo gradito, & caro germe, Bolognetto, con stil fermo, & sicuro.

Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p.64-66.

This poem also appears in: Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 1, p. 118-119.

Pensier, che pur mi desti all' alta impresa Così tacitamente, E la mia voglia accesa Alletti, ove l' ingegno nol consente; E vuoi, che in basso stile Canti, e in rozze parole Le lodi al Mondo sole Di Renea Estense, e il pregio alto, & gentile. Tu sai, ch' Io mossa da cortesi affetti, E da tuoi sproni ardenti, Piu volte hò in sè ristretti Con le forze maggior gli spirti intenti; E per far pago in parte Il mio desire ardente Vergai carte sovente; E indarno ognor tentai la penna, & l' arte. Pur mi rammenti il suo bel viso adorno, Mentre in questa umil stanza Facea dolce soggiorno; E verde ancor nodrisci la speranza, Ch' Io hò di vederla, e intanto Nel cor mi stanno fisse Le parole, che disse Quando al partir lascione in doglia, e in pianto Da indi in quà le feste il gioco, e 'l riso, E la gioja, e il diletto, E il nuovo Paradiso, Che si godea nel suo gradito aspetto Seco disparve, ond' io Di morte il viso impressa Vivo in odio a me stessa, Troppo lontana al caro Idolo mio. Or se vicino a quella viva, & pura Di virtù fiamma accesa, Che il ghiaccio, e la paura Spesso dal cor, che mi tenea sospesa Sgombrò, quel, che m' insegna Amor dir non potei, Come lungi da lei Dirò di quanti lodi Ella sia degna? Pensier, dunque ti prego homai quietarmi Lascia, e se brami in parte Qualche soccorso darmi, Vanne ove sempre vola in quella parte Ogn' altro mio pensiero: E di quel, che nel core Mi tien chiuso timore Scopri a Madonna intieramente il vero. Poscia al cortese suo Signor rinvolto, Fa riverenza umile, E al bel numero accolto De l honorata sua schiera gentile, Di; che al lor puro, & lungo Servir, ch' ogn' altro eccede Di lealtade, & fede, Anch' io con tutto 'l cor lieta m' aggiungo. Canzon, s' ove s' aggira Il mio pensier n' andrai, Nuova beltà vedrai, Che mirandola gode il mondo, e ammira.

Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p.67.

This poem also appears in: Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 1, p. 121.

VERGINE pura, che in sì caro affetto Il tuo parto divino humile adori, Mentre sciolgon dal ciel gli eletti chori Voci colme di gioia, & di diletto; Si come egli cui inchina ogn' hor suggetto Il ciel, la terra, & gl' infernali horrori Volle per cancellare i nostri errori, Nascere hoggi in sì vil loco, & negletto: Così per quella istessa caritade, Vergine, il prega, che i suoi lumi vivi Di fè nel core, & nell' alma n' accenda: Acciò per queste oscure, oblique strade Lieto ciascuno al suo riposo arrivi, E il rio nemico indarno i lacci tenda.

Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p.67.

BEATO sovra ogni altro albergo humile, C'hoggi del padre eterno il caro affetto Ne scuopri, & paghi fai col vero oggetto I nostri occhi, & la speme alta, & gentile; Per cui convien lasciar l empio suo stile Al serpe antico, & col nostro difetto Fia di mille catene il crudo stretto Chiuso in eterno in luogo basso, & vile: Ecco a te non pur lieti hoggi i pastori Per riverirti corron d'ogn'intorno, Ma i Re piu chiari insin da l'Oriente. Accogli anchor Me prego, accioch'Io adori Il Signor nostro, e in si felice giorno Far del mio cor gli possa humil presente.

Domenichi, Lodovico, ed., Rime diverse d'alcune nobilissime, et virtuosissime donne (Lucca: Vincenzo Busdragho, 1559), p.68.

SIGNOR, nel cui benigno, & lieto aspetto Ogni sua gratia il ciel largo dipinse, Et tutte l altre sue doti ristrinse, Per farne adorno il vostro sacro petto; Hor, chel nostro si lungo ardente affetto L alta pietà che il cor di Noi gli strinse, Col suo grato venire in parte estinse, Ne riempie di gioia, & di diletto. Qual pastor; che da gran periglio ha tratto La greggia sua, che pe'l camin la scorge, Laqual lo segue, & la sua voce ascolta; Cosi di Noi ciascun in simile atto V'adora, & lieta il buon voler vi porge, Con l alma a l ubidir mai sempre volta.