Ippolita Cantelmi Caraffa:

MISCELLANEOUS POEMS





Assembled by
Cynthia Hillman and Courtney K. Quaintance

The Italian Women Writers Project
The University of Chicago Library

Chicago
2007

Il tempo vola, e nel suo vol anch'io, Viè più ratta d'ognun, corro alla morte; Se la piaga, che femmi acerba sorte, Breve spazio minaccia al viver mio. Già più Sirio non latra, e 'l biondo Dio A più dolce stagion n'apre le porte: Tempo è dunque oggimai, che per vie corte Cerchisi imponer tregua al mio desio. Che se damma ferita in cara parte, Tosto il fonte non trova, onde si sani, Vane poi le saran' natura, ed arte. Dal tuo fonte d'amor non m'allontani Spero, dolce mia MADRE, e a parte a parte Queste viscere tue presto risani.

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 264.

Quì dove ogni buon cor malizia oltraggia, Nè giammai vi si screne ombra di fede, MADRE, men' vivo ancor di duolo erede Qual tu già mi lasciasti in erma spiaggia. E quando il Sol si oscura, e quando irraggia L'Artico Pol, te sempre il cor mio chiede; Chiamo il dolce tuo nome, ed in te riede Sovente il mio pensier, se in altro caggia. Onde non sostener, che indegna morte Di me trionfi, e faccia altrui ridente Della povera mia schernita forte. Così sia che di te canti la gente: Questa quanto gentil, pietosa e forte, Sottrasse a strazio rio Figlia innocente.

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 265.

Desta dal mortal sonno, ecco ten riedi, Anima bella, al tuo primier soggiorno; E del sol di giustizia al vero giorno Le tue glorie, e'l mio pianto or godi, e vedi. Tu fra l' anime elette allora siedi, Che fan corona al tuo Fattor d' intorno; Io fra mesti sospir pur, lassa, aggiorno, Veri del mio natal seguaci eredi. Se de' tuoi bei desir giunta alle mete Non obbliasti lo mio antico amore, Prega il Signor, che le mie voglie acchete: E faccia si, che questo infermo core, Dopo le fosche notti, ore più liete Teco venga a goder fuor di ogni errore.

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 266.
This poem also appears in: Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 2, p. 235.

Lo splendor de'CARAFFI, il pregio, e 'l vanto De le Donne Tirrene, ecco qui giace: Rompi lo strale Amore, spegni la face, Spargete, o Grazie, un incessabil pianto. Pianga il SEBETO, e le sue onde intanto Preghinle, mormorando, eterna pace. Con lei morìo quanto quaggiù più piace, Beltà, grazia, valor, costume santo. E se la sacra ancor ombra divina In questa tomba or pur si aggira, ed erra, Peregrin, tu che passi, il piede inchina. E a lei, che viverà, benchè sotterra, Deh dì, con occhi molti, e fronte china, Sieti, Emilia immortal, lieve la terra.

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 267.
This poem also appears in: Gobbi, Agostino, ed., Scelta di sonetti, e canzoni de' più eccellenti rimatori d' ogni secolo, Quarta ed., con nuova aggiunta (Venezia: Lorenzo Baseggio, 1739), p. 625.

Vaghe foreste, e dilettevol monte, Tra' quai le fere, e gli augelletii han pace, Quanto v'invidio! e quanto in voi mi piace L'ombroso bosco, il bel pratello, il fonte! Ahi, che le vostre gioje altrui non conte, Com' or mia lingu di ridir non tace, Spero in tempo migliore, e in più verace Suono innalszar per vie spedite, e pronte. O voi felici, ove innocenza ha fede; Dove, se Ninfa il suo pastor pur ami, Ella a lui, egli a lei confida, e crede. Or tu, mio Tirsi, se saper pur brami, Quanto stabile, e pura è la mia fede, A' boschi il chiede, a'nudi tronchi, a' rami.

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 268.
This poem also appears in: Gobbi, Agostino, ed., Scelta di sonetti, e canzoni de' più eccellenti rimatori d' ogni secolo, Quarta ed., con nuova aggiunta (Venezia: Lorenzo Baseggio, 1739), p. 625.

O Vago Rusignuol, che i tuoi lamenti Di bosco in bosco, e di uno in altro faggio, E giorno, e notte, in tuo gentil linguaggio Ridir ti ascolto con soavi accenti; Se il mio duol tu sapessi, e i miei tormenti, Come le Driadi il sanno, e il Dio selvaggio, Lieve ti fora dell' antico oltraggio L' aspra cagion, che sì nojosa or senti. Che non vi ha speco, ed antro in selva, o rio, Che stanchi di ridir mia doglia acerba, Non si langnin con meco al fato mio. Tu piangi, ma talor tra i fiori, e l' erba Gradito pasci 'l dolce tuo desio; Io piango, e in vita odio, e dolor mi serba,

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 266.
This poem also appears in: Gobbi, Agostino, ed., Scelta di sonetti, e canzoni de' più eccellenti rimatori d' ogni secolo, Quarta ed., con nuova aggiunta (Venezia: Lorenzo Baseggio, 1739), p. 626, and Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 2, p. 236.