NEL DI

CHE

GIOVANNI SERAFFINI

TOGLIEVA IN MOGLIE

PIA FABBRI

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TRE SONETTI

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D'affetti, di pensier, di nomi nuovi, Or lieta, or mesta, muovi, ad altre genti!

GIUSTI (Ode)

NAPOLI
TIPOGRAFIA ITALIANA
Licco V˙ E˙ al Mercatello
--- 1869

Alle solenni cure E di sposa, e di madre, Nei giorni della gioja e del dolore, Ti guidi sempre, e ti conforti amore!

GIUSTI (Ode)

M'appar bianco vestita, una gentile Del simbolico fiore inghirlandata; Le rosa e i gigli, non a lei simile Hanno il soave effluvio ond'Ella è ornata. Incede questa Pia, serena e umile Qual chi tocca una meta sospirata, Sotto l'usbergo, che tenuto a vile Non fora 'l cor di sposa intemerata! Che, riflessi nel vivo occhio deterso, Imperar sì la fan su tutti i cori Quasi che 'l ciel, si fosse, in quel converso! In quiel converso rimirava il cielo, Quei che in tal dì l'addusse innanzi all'ara, Allor che mite e scevra d'ogni velo, D'amor, rispose, alla parola cara! L'inusitato suon franse ogni gelo, E del passato, la memoria amara, Dal core dileguò, che ardente e anelo, Vinto rimase da potenza ignara! Come torna l'aprile in primavera, Come tornan le rondini al lor nido, Come riede la Luna in su la sera, Così tornò a costui, fatto già fido, La bella fè, senza contrasto intera, Che a lui fura il poter d'essere infido! D'essere infido a lui fura il potere Amore, che di costei forte il governa; ed Ella, l'Angiol fia che all'alte sfere L'adduca, ove di luce il ver s'eterna! Oh! Voi beati allor, se non vi fere E senso e vista, con vicenda alterna, L'invida turba di quell'alme nere, Che legge, d'altrui mal, fassi superna. È, di famiglia, la dolcezza, un fiore Che irrorare unqua puote la rugiada D'amor, che di due cori, fa un sol core! Amore e Fede, a Voi forano spada, Che combattendo il dubbio ed il dolore, Non consenta che l'alma in error cada!

Napoli Marzo 1869

Rosa Guidantonj.