LETTERE
D'ILLUSTRI ITALIANI
A GIUSEPPINA TURRISI-COLONNA
E ALCUNI SCRITTI
DELLA SORELLA ANNA
CON PREFAZIONE
DI FRANCESCO GUARDIONE

PALERMO.
Tipografia editrice del Tempo.
1884.

Gentile e nobile signora

Con grandissimo mio piacere ed espettazione ho ricevuto or son pochi giorni, quell' elegante volume delle sue belle poesie, le quali io ho lette con quell'amore e con quella letizia che dee provare ogni buon italiano al veder sorgere un nuovo e promettente intelletto che voglia vendicare l'antica fama a questa patria comune.

Da tutti i suoi componimenti traluce un alto ed affettuoso animo, pieno di quella dolce malinconia ch' è perpetua dote de' buoni ingegni, ed in ispezialità io ho avuto cagione di notar cosiffatto privilegio nei versi intitolati all angelo mio, in quelli a suo fratello Niccolò, ed in alcuni altri; sicchè mia gentilissima, vo' rallegrarmi di cuore con lei ed incuorarla a seguitare animosamente, e da ultimo raccomandarle con quante preghiere possono aver forza nel suo caldo cuore, più il culto dei nostri antichi italiani che quel de' moderni inglesi e tedeschi, i quali come nulla ci giovano in fatto di viver civile, nulla del pari potranno giovarci in fatto di lettere, quando i tempi ci trascineranno a preporli a' nostri maggiori.

Io non so in che conto Ella possa avere queste mie schiette ed ardite parole, ma io vorrei bene che le servissero a dipingermi agli occhi di lei come donna incapace di qualunque piccola simulazione innanzi agli onorati ingegni, e d'altra parte avvalorassero le mie lodi e rendessero degna della sua desiderata amicizia.

Di Napoli 21 settembre 1846

La sua sincera ammiratrice
M. G. Guacci Nobile

Chiarissima Signora

Tardi ho ricevuto la sua pregiatissima del 20 settembre, ed ho tardato alcun giorno a risponderle, perchè dopo la perdita del mio povero Puoti l'animo mio non ha più ritrovato pensieri se non di dolore; nondimeno assai m'increscerebbe s'ella potesse credermi non curante dell' amicizia sua, e però tosto che ho potuto ripigliar la penna, ho voluto ringraziarla quanto so e posso del pregio in che Ella mi tiene, ed aggiungere, che tra pochissimi miei desideri uno dei più caldi si è quello del conoscerla di persona e stringermi secolei con legami di santa e dolce amicizia, unica consolatrice in questi tempi di sconforto e di pianto. Accetto l'augurio, ch'Ella mi ha fatto del continuare, l'intrapreso cammino, ma forse mi cadrà l' animo, e per le cure della famiglia e per la grettezza dei tempi, e piuttosto mi elegerò una solitaria e modesta vita, cacciando al tutto della mia mente questo antico tarlo divoratore. Il che d'altra parte sarebbe atto ingratissimo alla mia buona ventura, che sovente mi procaccia la benvolenza dei buoni e nobili spiriti, e certo dopo i suoi caldi conforti dee chiamarsi di molto fortunata.

Di Napoli 22 ottobre 1847.

La sua amica ed ammiratrice
M. G. Guacci-Nobile