Caterina Rusca:

COLLECTED POEMS





Assembled by
Cynthia Hillman

The Italian Women Writers Project


The University of Chicago Library

Chicago
2008

QUeste, che fuor per gl'occhi amare stille Mandò poc' anzi angoscioso il core Non son, mostro inuman, pegni di amore, Ma del mio giusto sdegno alte faville. Ben mille volte, ahi rimembranza! e mille Quando più acceso in te vidi l' ardore Disciolsi in dolce lagrimoso umore Per gioja, e per pietà le mie pupille. Ma poiche senza core, e senza fede, Spergiuro traditor, mi torni avanti In me ragion si avanza, e il senso cede. Quindi t' abborro, e le catene infrante, Che mi legar, piango, che Amor ti diede, Empio, indegno, crudel, si fida amante.

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 11.

This poem also appears in: Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 2, p. 186; and Blasi, Jolanda de, ed., Antologia delle scrittrici italiane dalle origini al 1800 (Firenze: Nemi, 1930), p. 333.

LA Tortorella, che riman soletta, Qualora errando al bosco, o alla campagna, Perde la sua fedel, dolce compagna, Quanto si attrista mai, quanto l'aspetta! E se avvien, ch' ella torni, eccola in fretta Le vola incontro, nè di lei si lagna, Ma se le pone accanto, e l' accompagna Al caro nido seco unita, e stretta. Tal oggi, voi gentil, vaga Donzella, Tornando a questo umil nostro soggiorno, Sembrate la smarrita Tortorella Noi tutti allegri vi corriam d'intorno; E chi per man vi prende, e chi vi appella Bacia ciascuna il caro viso adorno.

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 12.

This poem also appears in: Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 2, p. 187.

L'Aura che dolce spira, e rende ameno Il campo, ad onta dell'estivo ardore, Ancor non guinse d'Alessandro in seno La fiamma a temperar del suo bel core: Poichè dopo che il vide arso, e ripieno Di grave foco, ella fuggendo Amore, Cessò dallo spirar vago, e sereno: Ma pur ebbe piet&agrve; del suo dolore. Egli seguilla, e tanti prieghi sparse, Che l'aura al fin fermossi, e a faccia a faccia Sciolse un alto sospiro, onde più l'arse. In tal guisa infocato ei tra le braccia Lieto la stringe; ed allor chiaro apparse Come non sempre in van l'aura s'abbraccia.

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 13.

QUando in più verde età vid' io nascose L'alme vostre sembianze in questa parte Crescer di grazie, e di virtù cosparte, Come in vago giardin ben culte rose. Di voi mi disse il cor molte, e gran cose, Che un dì saranno, e che già sono in parte; Ma rozza Donna io non ho ingegno, od arte, Di altrui ridirle quai le veggio ascose. Tal che muta fra due chiedo al mio core, S' ei puote Uom ritrovar qua giù di vui Degno, e del vostro primo illustre amore. Poi Francesco mirando, e i pregi sui Grido, ch'egli fia eletto a un tanto onore, E che voi siete sol degna di lui.

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 14.

This poem also appears in: Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 2, p. 187.