Maria Pellegrina Rivarola Viali:

COLLECTED POEMS





Assembled by
Cynthia Hillman

The Italian Women Writers Project


The University of Chicago Library

Chicago
2008

Cruda non già, non già d'Amor rubella; Qual tu pensi, son io; ma se Natura Serva mi fè di Amor, di Gloria ancella Mi fè mia voglia ancor sol casta, e pura. Caro è l'Amor, cara è la Gloria anch'ella; E sì d'ambo mi stringe egual la cura Che fora, o che l'Amor da me si svella, O che parta la Gloria, egual sciagura. Onde, perchè qual su sempre si stia Tra la Gloria, e l'Amor diviso il Regno, Del core a cui comune hanno la via; Dar loro egual so di mia fede il pegno; E l'una man so della Gloria mia, L'altra dell'Amor mio farmi sostegno.

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 179.

This poem also appears in: Crescimbeni, Giovanni Mario, Rime degli Arcadi (Roma: per A. Rossi, 1717), v. 6, p. 88.

FRa i contrasti del core io sol pavento Di nove cure un tormentoso affanno, Nè ben comprende il mio pensier l' inganno D' un rio piacer, che maschera il tormento. Or mi lusinga dolcemente intento All' impero del core un rio tiranno, Or mi dispera il gia temuto inganno D' un gelo rio, che risvegliarsi io sento. Mie difidenze, e mie speranze antiche, O espugnate del cor la speme omai, O la speme del cor più non tradite. Ma voi mi dite, e m' accrescete i guai, Che speranze, e timori andranno unite, Sol per schernir, chi non godrà gia maì.

Crescimbeni, Giovanni Mario, Rime degli Arcadi (Roma: per A. Rossi, 1717), v. 6, p. 89.

This poem also appears in: Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 2, p. 254.

QUal forza io sento, e qual'ignoto foco Su la mia libertà tenta l' impero, Che ora tutto lusinghe, or tutto fiero Mi consiglia le fiamme a poco, a poco? Folle, ch' io son, questo è d' amore un gioco, Per contrastar contra mio genio altero, E vendicare il nobil mio pensiero Che sdegnò sempre a vezzi suoi dar loco. Su tutti, o spirti miei, v' armo in difesa, E non sia mai, che insuperbito Amore Vanti, che in me sia la sua fiamma accesa. Ma che tante difese? ho sì gran core, Che unito alla ragion non teme offesa, É puo ben dar, ma non sentir l' ardore.

Crescimbeni, Giovanni Mario, Rime degli Arcadi (Roma: per A. Rossi, 1717), v. 6, p. 89.

This poem also appears in: Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 2, p. 255; and Blasi, Jolanda de, ed., Antologia delle scrittrici italiane dalle origini al 1800 (Firenze: Nemi, 1930), p. 350.