Virginia Catalani:

COLLECTED POEMS





Assembled by
Cynthia Hillman

The Italian Women Writers Project


The University of Chicago Library

Chicago
2008

CHiudesti i lumi, ed al paterno Cielo, Caro Germano, i vanni tuoi spiegasti, Ch'avean sede men degna al caldo, e al gielo L' alme virtuti, i pensier saggi, e casti. Quello, che appella il volgo acerbo telo Di morte, oh con qual cor lieto sprezzasti! E ripien d' amoroso ardente zelo, De' tuoi pregi l' Empiro innamorasti. Spirto felice, or che riposi in Dio Non piango no, la tua beata sorte; Sol do sfogo piangendo al dolor mio. E se unita con te non mi ha la morte, Si piacque al Ciel, perche provar degg' io Mille, e più volte il dì doglia più forte.

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 241.

This poem also appears in: Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 2, p. 276.

DEl nobil Colle, a cui Cigno sublime, Per farvi 'l Mondo eterno, ed immortale Spiegar sapete alteramente l' ale, Gia mi veggio tener l' eccelse cime. Onde questo crudel, che abbatte, e opprime I rami altrui, contro di voi non vale; Armi non ha sì forti, o forze eguale; Quanto han pregio, e virtù le vostre rime. Mirando il grand' esempio io da lontano, Per giungere colà, dove voi siete, Debile all' alta impresa alzo la mano. Ma temo, oimè, ch' al fine assorta in Lete, Quanto, quanto, è mai folle ardire umano! Nella caduta mia ridere udrete.

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 242.

This poem also appears in: Bergalli Gozzi, Luisa, ed., Componimenti poetici delle piu illustri rimatrici d'ogni secolo (Venezia: Antonio Mora, 1726), pt. 2, p. 276.

ERa l'Uom giunto a sì doglioso stato, Che quasi Nave in mar senza governo, Omai cadeva al precipizio eterno, Per disperata via già dilungato: E fatto servo al suo crudel peccato, L'alme voci di Dio prendeva a scherno, Quando per darlo al Ciel, torlo all'Inferno, Venne il Ligure Eroe di Zelo armato. E appena in sante voci i labbri Ei scioglie, Ecco che l'empio, a buon sentier sospinto, Dell'antico fallir vien che si spoglie: Spezza que'lacci, ond'era in prima avvinto, E resta, allor ch'all' error suo si toglie, Lieto il Ciel, chiuso Averno, il Vizio estinto

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 243.

STrugge il tempo crudel co'denti suoi, Sassi, marmi, e metalli, e ciò che ha vanto, D'esser più saldo, e al di lui piede accanto Giaccion spente Città, Templi, ed Eroi. Onde ciò, che s'ergea, diventa poi Ruina, e polve consumato, e infranto, Nè a trarlo dall'obblio può far cotanto Giro d'età, che lo ravvivi a noi. Sol di penna faconda il dotto stile Del Veglio distruttor frena il furore, E la sua crudeltà fa pigra, e vile. Così acquistan per te gloria, e splendore Di LUNI i pregi, e come in sen d'Aprile, Rinascon ne'tuoi CAMPI in più d'un fiore.

Recanati, Giovanni Battista, Poesie italiane di rimatrici viventi, raccolte da Teleste Ciparissiano (Venezia: Per Sebastiano Coleti, 1716), p. 244.