The University of Chicago Library The University of Chicago Library Italian Women Writers homepage Italian Women Writers homepage Find Authors Find Editions Find Full-Text Titles Find Divisions (letter, preface, scene, act, etc.) Search Texts - Basic Search Texts - Advanced Help Comments The ARTFL Project homepage Electronic Full-Text Sources homepage

Alessandra Macinghi Strozzi
Lettere di una gentildonna fiorentina del secolo xv ai figliuoli esuli
Frontmatter and Commentary
Edited by Cesare Guasti
Firenze: G. C. Sansoni, 1877

LETTERA QUARTA: ANNOTAZIONI


ANNOTAZIONE A

[p. 62]
Zanobi di Filippo di Niccolò Macinghi era nato, come madonna Alessandra, dalla Caterina di Alberto di Bernardo degli Alberti. Aveva anche un fratello per nome Antonio, e due sorelle, Caterina e Ginevra, ma non uterine. Morto il padre nel 1420 (il suo testamento, de' 28 giugno di quell'anno, sta con altre carte de' Macinghi nell'Archivio Diplomatico, provenienza Soderini), il patrimonio andò in malora; e la buona Alessandra ebbe da fare con una famiglia dissestata. Nel suo Libro di ricordi segnato A, che si conserva nell'archivio dei Principe Strozzi, è a carte 85 un Lodo dato da Antonio di Benedetto di Caroccio degli Strozzi sotto di 24 gennaio 1451 s. f. tra l'Alessandra e Zanobi suo fratello, in forza del quale il possesso di tutti i beni del secondo passò nella prima: e le ragioni si leggono nella narrativa, concepita in questi termini. « In prima, conciosia cosa che noi troviamo e a noi apparisca, ancora per confessione delle dette parti, el detto Zanobi pe' tempi passati essere stato, come ancora egli è, molto gravato dalle gravezze publice, e per amore delle dette gravezze per più tempi essere stato nascoso, e finalmente avere fatto molte composizioni col Comune di Firenze, nelle quali composizioni bisogno ai detto Zanobi, per cancellare le dette gravezze, molte varie e diverse quantità,
[p. 63]
le quali il detto Zanobi per maggiore parte ebbe e ricevè dalla detta mona Lexandra sua sirocchia, così in denari come in cose al detto Zanobi pella detta mona Lexandra accomodate, e pel (letto Zanobi parte impegnate e perdute, e parte vendute; le quali quantità montono a non piccola somma. E conciosia cosa che noi troviamo e a noi apparisca il detto Zanobi da molto tempo in qua essere stato solo, sanza governo nel vivere e nel vestire, e però costretto da necessità, el detto Zanobi per molti e molti tempi essere stato al notrimento e governo della detta mona Lexandra, e così ne' tempi ch'egli stette sano e in sanità visse, come ancora ne' tempi ch'egli stette infermo; e però li alimenti molto condecenti così dei vivere come de' vestimenti avere auto dalla detta mona Lexandra: e quali alimenti, fatto il conto, montono una grande somma. E udite le differenzie delle dette parti ec.; lodiamo, sentenziamo e albitriamo, e per questo presente lodo diamo, concediamo e adiudichiamo alla detta mona Lexandra, per ogni e tutto quello che la detta mona Lexandra potessi adomandare o avere dovessi in qualunche modo, così per le cagioni sopradette come per qualunche altra cagione la quale in qualunche modo o pensare si potessi insino nel presente dì, interamente gl'infrascritti beni, cioè ec. ». I beni sono: un podere con casa, ovvero palagio da signore e con casa pel lavoratore, posto nel popolo della pieve di Santa Maria dell'Antella; due altri poderi nello stesso popolo; tutte le masserizie e tutte le ragioni dotali di mona Caterina loro madre. A' 27 gennaio Zanobi ratificò il detto lodo, e l'Alessandra prese la tenuta de' beni. A carte SO del suo Libro fece poi registrare la vendita fatta a' 28 giugno 1454 del podere dell'Antella col palagio a messer Otto di Lapo Niccolini per fiorini 850 in oro. Ma ella
[p. 64]
n'ebbe molestia dal fratello Antonio, il quale a 14 d'agosto dello stesso anno le dette una petizione dinanzi a' magnifici Signori per avere venduto il podere dell'Antella. Comparì il terzo giorno; e Antonio Macinghi, che aveva seco il cognato Niccolò Soderini con altri Macinghi, la richiese di rinunziare al lodo e far nuovo compromesso, 111 cui si dicesse che i beni appartenevano a lui. Ma la nostra Alessandra, aiutata dal suo Filippo, che allora si trovava in Firenze, seppe dire le sue ragioni tanto bene: « e in fine, visto non volemo fare compromesso, la misono a partito tra' Signori e Collegi, per farci de' Grandi »; e con fave 22 bianche, contro 11 nere, la petizione del Macinghi fu rigettata. Era Gonfaloniere Tommaso di Lorenzetto Soderini, e de' Priori Feo Belcari.

ANNOTAZIONE B

Filippo Strozzi, fratello di Niccolò. Ved. la nota (M) alla prima Lettera, e la nota (D) alla terza. A' 18 d'aprile del 50 Antonio Strozzi scriveva da Firenze a Filippo di Matteo in Napoli: « A di 22 in 23 di questo, piacendo a Dio, farèno l'exequio e onoranza della morte di Filippo Strozzi; che Dio per suo' grazia gli facci verace perdono ». Era nato questo Filippo nel 1406, ed aveva sposato nel 41 la Filippa di Noferi Bischeri.

ANNOTAZIONE C

Francesco di Pierozzo della Luna era imparentato con gli Strozzi, avendo sposata l'Alessandra di Filippo di messer Lionardo. Crede il mio collega cavalier Gaetano Milanesi, che sia quel Francesco della Luna che il Vasari ricorda nella Vita del Brunelleschi. Era intendente d'archittetura, [p. 65]
e Filippo se ne servì per aiuto nella fabbrica dello Spedale degl'Innocenti, ma con suo poco contento. Francesco fu uno de sei operai dello Spedale suddetto nel 1427 e nel 1433. In compagnia di ser Filippo Pieruzzi, nel 34, fu nuovamente eletto operaio sino a che lo Spedale non fosse finito. A' 24 di gennaio 1445, compiuta la fabbrica, lo Spedale fu aperto, e cominciossi a ricettare i fanciulli. (Archivio di Stato. Carte dell'Arte della Seta: Libro dello Spedale degl'Innocenti.)

ANNOTAZIONE D

Margherita di Piero di Filippo di messer Lionardo degli Strozzi fu sposata nel 1431 da Filippo di Bernardo Manetti.


Produced by the University of Chicago Library.
Send questions or comments about IWW to ets@lib.uchicago.edu.
PhiloLogic Software, Copyright © 2001 The University of Chicago.
PhiloLogic is a registered trademark of The University of Chicago.