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Alessandra Macinghi Strozzi
Lettere di una gentildonna fiorentina del secolo xv ai figliuoli esuli
Frontmatter and Commentary
Edited by Cesare Guasti
Firenze: G. C. Sansoni, 1877

LETTERA QUINDICESIMA: ANNOTAZIONI


ANNOTAZIONE A

[p. 163]
Iacopo, tutto contento di questo matrimonio, scriveva all'Alessandra il 14 di luglio da Bruggia.

= Carissima quanto maggiore sorella. Più fa, per Coppino, ebbi la vostra de' 2 di marzo. Non v'ho prima fatto risposta per altre occupazione. Farolla per questa a quanto fia di bisogno. Fui avvisato come ne mandasti Isabella a marito sino a di primo d'aprile, e bene a ordine secondo si richieddè a sua pari; e benissimo intendo avete fatto co' rispiarmo e onore di me e di voi; e che ne avete fatto più che se vi fosse stata figliuola: di che lei e io sempre vi saremo obrigati. I' ho auto la nota delle robbe datole, che furono stimate fiorini 80, e quelle ha 'ute in dono. Avete tutto fatto benissimo, e io ne sono più che contento. Non mi resta a dire altro, se none ringraziarvi, e che el conto si saldi a punto. E danari aveste da Batista per tal cagione, ho dati a conciare come bisogna. Voi dite, Isabella si contenta bene del giovane, e che ne ha ragione, che ogni di vi riesce meglio: di che i' ho grande piacere. Prego a Dio conceda loro di bene in meglio. Ancora sia maritata, ve la raccomando; che bisognerà alle volte in consigliarla, riprenderla quando bisogna: fusse propriamente come se voi le fossi madre. Non vi rincresca d'avvisarmi alle volte come si porta, e come vi pare stia. Mandimene Iddio buone novelle.=

ANNOTAZIONE B

[p. 164]
Questa delle gravezze era una cosa disperata. Giannozzo Manetti fu costretto a preferire il confine allo stare in patria. Ved., la nota (D) alla Lettera XI.

Anche l'Alessandra pensò di vendere tutte le terre, e andarsene a stare co' figliuoli, a' quali ormai si rendeva più difficile il ritorno. Di che le scriveva Iacopo da Bruggia, a' 14 di luglio di quest'anno 59.

= El partito avete preso di vendere tutto, eccetto la casa e 'I podere da Pazolatico pel caso de' vostri figliuoli (e di già l'avete fatto in buona parte, e mandato e denari a Filippo), mi pare abbiate preso ottimo partito. Faciavate pensiero d'andarvi a stare co loro a Napoli: la qual cosa alsì lodo, al caso veggiate non v'abbia a esser guerra; di che io dubito. Sendovi guerra, non che voi v'andiate voi, saprei consigliare Filippo e Matteo n'uscissero loro, e mutassino stanza. Ora io sono certo, di questo da Niccolò e da' vostri figliuoli n'arete buon consiglio: seguendo quello, non potete errare, pur che Iddio vi dimostri el meglio. =

ANNOTAZIONE C

Niccolò era nato nel 1421, e sposò l'Ermellina d'Agabito di Ardingo de' Ricci. Paolo, nato nel 1424, ebbe per moglie l'Agnoletta di Felice di Michele Brancacci, che si trova ricordata come vedova nel 1516: e questi erano parenti, in quanto che la sposa nasceva dalla Lena di messer Palla di Nofri degli Strozzi.


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